Bar e negozi chiusi, i commercianti trevigiani accendono le luci in segno di protesta
"Fateci lavorare", oggi consegneranno simbolicamente le chiavi delle loro attività al sindaco Conte
| Isabella Loschi |
"Diner " in Quartiere Latino
TREVISO - Treviso, ma anche Silea, Vedelago, Oderzo e Gaiarine. Ieri sera tantissime le luci accesse nelle città deserte di locali, bar, ristoranti, parrucchieri e estetiste che hanno preso parte al flash mob silenzioso di protesta contro la decisione del governo di rinviare la riapertura a giugno.
Il grido di allarme lanciato dal mondo della ristorazione ha portato l’associazione “Treviso Imprese Unite”, capitanata da Andrea Penzo Aiello titolare dei locali “Filò” e “Diner”, nata sulla scia di un movimento di protesta spontaneo in tutto il Paese che conta oltre 75mila imprese, ad alzare la voce, o meglio ad accendere la luce sui centri delle città bui da mesi.
"Shiraz" in piazza Trentin
Così dal Quartiere Latino, alla Pescheria, da piazza San Leonardo, Sant’Agostino, Calmaggiore, piazza dei Signori e piazza Trentin, oltre 200 commercianti, solo a Treviso, hanno messo in scena un’azione di protesta. E oggi i commercianti consegneranno al sindaco Conte a Ca’ Sugana simbolicamente le chiavi dei loro locali e negozi.