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01 settembre 2024

Vittorio Veneto

Il bilancio (negativo) della salute pubblica

Riflessioni sul comparto sanità pubblica, che anziché beneficiare dei contributi sta implodendo

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

vittorio veneto

Ore 13.47 del 7 aprile 1974, 50 anni fa. Il carro ponte sta spingendo una trave di 1200 quintali da un pilone all’altro del costruendo viadotto autostradale A27 a Longhere di Vittorio Veneto. Di colpo il ponte si piega schiantandosi al suolo con enorme quantità di materiale. Muoiono tre operai. Di recente ha avuto seguito dallo stesso viadotto un altro genere di tragedia che purtroppo, lì, non è l’unica accaduta. L’assistenza psichiatrica pubblica come l’intero comparto sanità sta vivendo una fase critica, anzi: è in condizione da pre-collasso.

 

Il Servizio Sanitario Nazionale nacque nel 1978 sui principi di universalità, uguaglianza, equità a loro volta germogliati dall’ all’ Art. 32 Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come FONDAMENTALE diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…”. Il nostro SSN era uno dei migliori al mondo; anche se con delle disparità regionali mai risoltesi. Col lievitare del debito pubblico dovuto alla mala politica i governi han cominciato, per foraggiare parassitismi-lobby-follie populistiche varie, a tagliare risorse al gioiello sanità pubblica per favorire la privata che non sempre è ispirata alla filantropia, anzi talora alla mera speculazione.

 

Ma torniamo al campo della psichiatria. I disturbi connessi a questa branca sono in grave incremento e colpiscono fasce giovanili sempre più precoci. Le diverse patologie, spesso drammatiche per i pazienti ed i famigliari, tendono a decorsi cronici ed hanno un enorme impatto sociale. Le strutture che servono per seguire il recupero di questi malati sono carenti, il personale medico e paramedico insufficiente. Le fasce più deboli, i meno abbienti, son sempre più lasciate a sé stesse. Mentre il bilancio Sanità 2023 ammonta a 128 miliardi, il solo superbonus (che ha fatto più danni che benefici) ha creato una emorragia di 220 miliardi di euro con strascichi negativi collaterali. Non era meglio impiegare quei soldi in salute pubblica?

 

 



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Michele Bastanzetti

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