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28 novembre 2024

Treviso

Sanità nella Marca: "Aumenta lo spazio dei privati, cresce la disparità territoriale"

Coalizione Civica per Treviso e il coordinamento provinciale di Treviso di “Sinistra Italiana” fanno un'analisi sulla base dei dati 2017-2020

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

sanità pubblica

TREVISO - "Da tempo sosteniamo che nella Marca, come in tutto il Veneto, è in atto una progressiva ritirata della sanità pubblica, con un proporzionale incremento dello spazio della sanità privata accreditata": dichiarano Coalizione Civica per Treviso e il coordinamento provinciale di Treviso di “Sinistra Italiana” in una lunga nota stampa con la quale tracciano una panoramica della situazione sanitaria, traendo delle considerazioni .

"E da tempo segnaliamo come le zone periferiche della provincia siano quelle che registrano il maggiore “disimpegno” della sanità pubblica. In tempo di epidemia da Covid non è facile affrontare questioni che riguardano la sanità e non possiamo farlo senza cogliere l’occasione per ringraziare il personale sanitario che in questi giorni durissimi sta svolgendo un lavoro tanto pesante quanto decisivo negli hub vaccinali, nei “centri tamponi”, negli ambulatori e nei reparti ospedalieri. Le nostre analisi, tra l’altro, si riferiscono al territorio dell’ULSS 2, ma è evidente che i processi in atto sono prevalentemente parte di un processo che riguarda la sanità pubblica in tutto il Veneto e che trova i propri maggiori responsabili in chi amministra la nostra Regione".

Ecco nel dettaglio i punti analizzati da Coalizione Civica e “Sinistra Italiana”, riportati integralmente.

"1. I posti letto diminuiscono negli ospedali pubblici e aumentano nelle strutture private accreditate. La prima analisi che proponiamo è quella relativa ai posti letto negli ospedali pubblici e nelle strutture private accreditate sulla base dei dati presenti nelle relazioni dell’ULSS 2 che citiamo alla fine del documento. Il periodo di tempo di cui ci occupiamo inizia con il 2017 perché è quello l’anno in cui è stata attivata la nuova ULSS 2, risultante dalla fusione delle preesistenti tre ULSS della provincia di Treviso.



Tra il 2017 e il 2020 (particolarmente nel 2019 e nel 2020) i posti letto negli ospedali pubblici sono diminuiti di 337 unità (-14,18%) mentre quelli delle strutture private accreditate sono 118 in più (pari al 23,55% di aumento) concentrati al San Camillo.Ma si nota anche che, sommando i posti letto pubblici e privati accreditati disponibili nelle varie zone della provincia, a Oderzo, Conegliano-Vittorio Veneto, Castelfranco Veneto e Montebelluna sono complessivamente diminuiti tra il 2017 e il 2020 (ridotti negli ospedali pubblici, quasi invariati nelle strutture private) mentre a Treviso sono aumentati perché la riduzione di posti al Ca’ Foncello è stata più che compensata dall’aumento al San Camillo.

2. Nel primo anno del Covid la diminuzione delle prestazioni ha colpito di più le zone periferiche. La seconda analisi riguarda la riduzione delle prestazioni specialistiche dovuta nel 2020 all’emergenza Covid.




Quindi: a Conegliano - 10,80%; al De Gironcoli - 31,50%; a Vittorio Veneto -19,93%; a Castelfranco Veneto --11,73%; a Montebelluna -32,77%; a Motta di Livenza -23,52%; a Treviso +21,19%. Complessivamente il territorio dell’ex-ULSS 7 Pieve di Soligo registra una diminuzione delle prestazioni pari al 14,09%, quello dell’ex-ULSS 8 Montebelluna del 15,77%, mentre per l’ex-ULSS 9 c’è un aumento del 14,18%. E’ possibile che il recupero delle prestazioni non effettuate messo in atto durante l’estate del 2020 abbia concentrato le risorse sull’ospedale di Treviso, ma questa sarebbe solo una ulteriore conferma del fatto che le zone periferiche della provincia sono condannate ad un crescente disimpegno da parte della sanità pubblica, tanto che anche in condizioni di post-emergenza i cittadini sono costretti a spostarsi a Treviso.

3. Le disparità territoriali che favoriscono la privatizzazione della sanità. Lo “spostamento” di posti letto dagli ospedali pubblici alle strutture private accreditate è un fenomeno in corso ormai da due decenni in tutto il Veneto, ma anche le disparità territoriali della sanità pubblica contribuiscono alla crescita di quella privata o, addirittura, alla rinuncia alle cure. La persona anziana o non autosufficiente che si trova a dover affrontare un tragitto di decine di chilometri per raggiungere una struttura sanitaria pubblica, infatti, valuterà seriamente di recarsi presso una struttura privata più vicina o, in alcuni casi, finirà per rinunciare a svolgere l’esame clinico o la visita a cui deve sottoporsi perché non è in grado di sostenere la spesa richiesta dal privato.

Insieme a quello delle liste di attesa, è il fenomeno che, nei fatti, favorisce l’utilizzo da parte dei cittadini delle strutture sanitarie private non convenzionate che, infatti, registrano negli ultimi anni un notevole incremento del loro giro di affari. Lo denunciamo da tempo e continueremo a farlo, perché continuiamo a pensare che il diritto costituzionale alla salute vada garantito da un sistema sanitario pubblico in grado di rispondere alla richiesta di prestazioni di tutti i cittadini".

OT
 

 


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