VITTORIO VENETO - Niente certezze sul destino dell’europarlamentare “di casa”. Almeno fino a giovedì sera E‘ un po’ come quando stai facendo una torta, e ti accorgi che non hai abbastanza farina 00. Di andare al supermercato non se ne parla (hai le mani in pasta) e quindi bussi alla porta del vicino. Sicura che te ne darà volentieri un po’.

Io ho bussato alla porta dell’europarlamentare Toni Da Re. Nel senso che - fuor di metafora casalinga - l’ho chiamato per sapere che sta succedendo nella dispensa della Lega.

Il buono di Da Re - e, diamogliene atto, pure di Zaia - è che la porta te la apre sempre. Che il “vicino” lo fa anche se non abita proprio accanto a te. Eppure stavolta - quasi scusandosi - ti ha fatto capire che proprio non ti può aiutare. Non fino a giovedì sera…quando - più o meno parole sue - “saprà cosa farà da grande”.

Toni Da Re e il suo futuro nella Lega in queste ore tengono banco sui media quasi più dei Ferragnez. Un divorzio che tira l’altro? A quanto ne sappiamo - poco - l’aria di crisi si respira (tossicchiando) in entrambi i casi, ma di certezze manco l’ombra (e non ci riferiamo a quella alcolica).

Toni Da Re si limita a dire che giovedì sera a Padova ci sarà il gran responso. Resterà nella Lega? Verrà espulso, come si vocifera da più parti? E in questo caso, accetterà prono la decisione? Interrogativi destinati a restare sospesi.

Un po’ ci sembra strano che Da Re non si sbottoni, non lasci nemmeno intuire qualcosina. Ma da abile politico qual è (diventato) ha forse intuito che l’attesa fa crescere l’interesse e soprattutto che sottrarsi alle ciacoe inutili è la mossa più saggia.

Così il discorso viene deviato sugli affetti familiari. Toni, com’è essere nonno? “Bellissimo! La mia nipotina Gloria ha due anni e tre mesi ed una gioia”. E per ora limitiamoci a questo.