Birreria con fondi sociali: Sernagiotto è deceduto ma il processo si farà
L’ex assessore regionale venuto a mancare di recente sarà processato: lo ha chiesto la famiglia per dimostrare la sua innocenza
MONTEBELLUNA - L'imputato è morto ma il processo a suo carico continua, su richiesta della famiglia, perché l'estinzione del reato non è ritenuta sufficiente a riabilitare la figura del congiunto come lo sarebbe una declaratoria di innocenza. Accade a Treviso e riguarda Remo Sernagiotto, ex europarlamentare ed ex assessore regionale del Veneto, deceduto poco più di tre mesi fa per le conseguenze di un infarto e presente, assieme ad altri quattro, fra gli imputati per truffa e corruzione in relazione alla vicenda di Ca' della Robinia di Nervesa.
L'ipotesi dell'accusa è quella di aver indebitamente utilizzato finanziamenti regionali per trasformare una ex discoteca in una fattoria didattica per disabili, mentre alla fine quelle che venne creata fu una birreria. "E' una scelta piuttosto rara e personalmente è la prima volta che me ne occupo - ha spiegato oggi il legale di Sernagiotto, Fabio Crea - e non definirei la scelta della famiglia soltanto simbolica perché il riconoscimento dell'innocenza di Sernagiotto avrebbe un peso rilevante nel ripristino dell'onore della persona. E inoltre - aggiunge ancora Crea - un risultato in tale direzione avrebbe la stessa funzione di una assoluzione nell'ottica delle pretese delle parti civili, fra le quali - conclude - c'è anche la Regione Veneto".