Bisinella: "Positivo il superamento del bicameralismo perfetto"
Si chiude la fase dei continui conteziosi davanti alla Corte Costituzionale
TREVISO - Continuiamo la riflessione sul disegno di legge costituzionale già approvato dal Senato, che a partire dal 20 novembre è calendarizzato alla Camera, dove il voto finale è atteso subito dopo le vacanze natalizie.
A parere di quasi tutti i commentatori la riforma definitiva è in discesa dal punto di vista politico.
Il referendum popolare tra circa un anno potrà/dovrà dare il suggello definitivo.
Ecco l'intervista della senatrice Patrizia Bisinella, a ragione considerata la coordinatrice dei 7 parlamentari di Fare!, il movimento creato da Flavio Tosi.
1. Qual è stata la posizione di Fare!?
Sulla riforma costituzionale il voto del nostro Movimento Fare! é stato di astensione. Questo perché il testo del Ddl Boschi non é il migliore dei possibili, anche se indubbiamente e per molti aspetti é stato migliorato al Senato, rispetto alle modifiche che erano state apportate in sede di esame alla Camera. Riteniamo positivo il superamento del bicameralismo perfetto, che tanti problemi in questi ultimi anni ha dato nell'iter di produzione delle leggi, per l'eccessiva lungaggine del procedimento e il continuo rimpallarsi di una proposta di legge da un ramo all'altro del Parlamento, determinando tempi di esame infiniti, mentre invece il Paese aveva ed ha assoluta necessità di iter veloci e semplificati. Così come è sicuramente positiva la soppressione del Cnel e la riduzione delle indennità e dei compensi della classe politica.
2. Chi saranno i nuovi senatori?
I nuovi senatori ora saranno scelti tra i consiglieri regionali su indicazione espressa dei cittadini ed avranno una indennità commisurata a quella del sindaco del comune capoluogo. Non ci saranno più i rimborsi elettorali per i gruppi regionali.
3. Ci sono aspetti nuovi per la Corte Costituzionale?
Fondamentale e positivo anche provare a risolvere l'annosa questione dei continui contenziosi davanti alla Corte Costituzionale tra Stato e Regioni determinata da una confusa ripartizione delle competenze legislative di loro competenza, eliminando la potestà concorrente.
4. Qualche aspetto che non vi ha convinti...
Rimane negativo per noi il fatto che si sia delineato un Titolo V ancora troppo spostato verso lo Stato centrale e meno orientato invece verso le Regioni. Su questo punto, grazie alla nostra opposizione seria e concreta, e non ostruzionistica, siamo comunque riusciti a migliorare il contenuto della riforma e a dare più competenze alle Regioni virtuose con più poteri di intervento nell'ambito dell'articolo 116 della Costituzione in materia di sociale e commercio con l'estero.
È un risultato importantissimo che abbiamo raggiunto verso il federalismo differenziato.
È essenziale premiare le Regioni che sanno ben amministrare e che sono in equilibrio di bilancio. É un passo avanti verso l'autonomia regionale che noi rivendichiamo. Quando sarà approvata la nuova Costituzione l'autonomia negoziata delle Regioni sarà realizzabile.
5. E il cruccio maggiore?
Rimane il rammarico che non sia stato tolto dalla competenza esclusiva dello Stato il coordinamento della finanza pubblica, tema vitale per gli enti locali, o perlomeno lasciandone gli ambiti di autonomia e di responsabilità a Regioni ed enti locali, con competenza in capo al nuovo Senato, se questo dev'essere davvero la sede di raccordo tra le istituzioni territoriali. Sarebbe l' unico modo di dare sostanza a quella che per noi rimane la più importante riforma da attuare, quella del Paese in senso federale.
pietro.panzarino@oggitreviso.it