Campocroce, la vetrina dei formaggi
Non è mancato il confronto con i "grandi temi del Grappa," mai come quest'anno cruciali per attività che si reggono sul lavoro di pochi mesi
BORSO DEL GRAPPA - La pioggia, come 25 anni fa, non ferma la Rassegna dei formaggi di malga del Grappa, organizzata da A. Pro. La. V.. Oggi, come allora, la montagna mette in scena la sua fragilità e la sua imprevedibilità, ma Campocroce si conferma una vetrina di eccellenza per una nicchia di prodotti che sono volano dell'economia del territorio e mantengono viva la montagna.
Forse la necessità di fare sintesi per non essere travolti dagli agenti atmosferici, ha reso meno retorica la presenza delle tante autorità politiche: non è infatti mancato il confronto con i "grandi temi del Grappa," mai come quest'anno cruciali per attività che si reggono sul lavoro di pochi mesi, in una stagione partita tardi. Quest'anno alla mancanza di corrente elettrica, all'assenza di telefona e alla convivenza con animali come il cinghiale, si è aggiunto l'isolamento delle malghe per la chiusura delle strade per dissesto idrogeologico. Campocroce sancisce una delle "vocazioni" peculiari del Veneto, che destina oltre il 90% del latte al prodotto pregiato e investe sul turismo enogastronimico. La produzione complessiva nel Massiccio del Grappa è di 700 mila litri di latte di altissima qualità, che si traducono in 77 mila chili di formaggio dalle caratteristiche organolettiche uniche e particolari. "Comprate qui un pezzo di formaggio, spendete due minuti a leggere un'etichetta quando siete in un supermercato: non solo perchè si compera qualcosa di buono per il palato" sono state le accorate parole dell'assessore regionale all'agricoltura Federico Caner "ma perchè si compera un prodotto sicuro. Fatelo per voi, per i vostri figli. Per Campocroce, stiamo cercando di farlo diventare un evento internazionale e un appuntamento fisso anche nel circuito del turismo: ricordiamo che dietro al brand (Land of Venice n.d.r.) c'è un territorio."
Fare rete, in sostanza, e aprirsi per vincere le sfide del mercato: il primo agosto a Campocroce non si tocca. Da qui è partita "l'usanza dei concorsi" come volano di marketing per le eccellenze nella produzione agricola, da qui, oggi, territorio del Grappa guarda al territorio nazionale, partendo dai "vicini di casa", Trentino e Friuli. Bruno Bernardi, storico direttore di A. Pro. La. V. ha iniziato il suo saluto con un ricordo dei "vecchi malghesi" oggi scomparsi, Narciso Gasparetto e Delfina Toscan, i primi padroni di casa, sempre a Malga Campocroce, Giovanni Carraro, di Malga Meda, Quinto Andreatta di Malga Coston, scomparso due anni fa, Imerio Celotto di Campocroce, Dario Schievenin di Malga Piz, nel loro passaggio di testimone alle nuove generazioni: "Credevano nella montagna, come ci credono oggi i loro figli. Noi siamo qui per valorizzare il loro lavoro e davvero quest'anno ne hanno bisogno. Anche allora, 25 anni fa, eravamo in pochi in una giornata piovosa come oggi, ma ci abbiamo creduto."
Non siamo riusciti, con le nostre domande, a far venire nessuna "ruga di espressione" al giovane Andrea Tomat, 22 anni, di Malga Gerona di Sauris di Sotto, vincitrice tra le malghe friulane e terza nella classifica nazionale, produttrice del çuc di mont: nessuna increspatura nel sorriso, nessun dubbio sul suo futuro, nessuna paura di far fatica. Una storia di famiglia, la sua e un'abitudine al quotidiano in malga che il ragazzo racconta come se fosse la cosa più normale per un giovane della sua età: alzarsi ogni giorno alle 5.30. andare a mungere le vacche anche di domenica e a dedizione ad un impegno che è tale per 365 giorni all'anno: "Noi ci alziamo anche tardi, rispetto ad alcuni malgari che si alzano alle tre" dice sorridendo Andrea "ce la prendiamo comoda. La fatica è stata messa in conto, ma lo si sapeva anche prima di fare questo mestiere: quando c'è passione, come tutti i lavori, il lavoro non è faticoso." Gli chiediamo se serva ancora la mano dell'uomo, in un settore che sta diventando sempre più tecnologico: "C'è il pascolo diverso" risponde sicuro Andrea, la cui famiglia gestisce la malga dal 2007 "ma c'è anche il latte più dolce o più acido: questo una macchina non lo può sentire. Se si vuol lavorare il latte crudo senza "porcherie" del sapere dell'uomo non si può fare a meno."
La classifica del 21° Concorso Bastardo e Morlacco del Grappa.
Per il Morlacco del Grappa, 1 class. Malga Mure di Pieve del Grappa, 2 class. Malga Val dee foie di Borso del Grappa, 3° class. a pari merito Malga Gasparini di Solagna e Malga Col Serai di Borso del Grappa.
Per il Bastardo del Grappa, 1 class. Malga Cason del sol, di Pieve del Grappa, 2° class. Malga Coston da Quinto di Borso del Grappa, 3° class. Malga Meda di Borso del Grappa.
Per il concorso Formaggi della monagna italiana, 1° class. Malga Celado di Arsiè, 2° class. Malga Garda di Lentiai, 3° class. a pari merito Malga Gerona di Sauris di sotto (Ud) e Az. Agric. I Ciambrie di san Damiano Macra (Cn).
Una menzione particolare è stata data alla Malga Fosse di Sarone di Caneva (Pn), per il formaggio di malga stagionato 48 mesi.