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18 luglio 2024

Vittorio Veneto

La caserma Gotti di Vittorio Veneto potrebbe diventare un carcere

Il ministro Nordio propone di trasformare le caserme dismesse in prigioni.

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

Caserma Gotti Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO - Certo che il nostro Nordio, Ministro della Giustizia, non è uno che si lascia crescere l’erba sotto i piedi. “Nostro” in quanto purissimamente trevigiano. A poche settimane dall’intenzione di ridimensionare il reato di associazione di stampo mafioso, che ha suscitato un’eruzione vulcanica di indignazione e guadagnato altrettanto imponenti spazi mediatici, ha abilmente ri-catturato l’attenzione col pensiero stupendo di recuperare le caserme dismesse per farne carceri; così risolverebbe il drammatico problema, inclusa catena agghiacciante di suicidi, del loro sovraffollamento.

Al momento i detenuti sono 56.700, 9mila in più del dovuto, con ripercussioni sulla integrità mentale, prima che fisica, che si possono appena immaginare e che sono inversamente proporzionali alle loro possibilità di recupero. Molti peraltro, già all’ingresso, han problemi di fragilità se non di conclamata psichiatria. Tale pensiero stupendo coinvolge, in linea teorica, anche Vittorio che di strutture militari dismesse ne ha a iosa. Questa delle caserme è una carta Jolly, che i giocatori son svelti ad estrarre dalla manica quando il gioco si fa duro. Ma, ahimè, vien spesso usata per puri bluff. La letteratura sull’ argomento vede infatti le ex caserme dedicate ai migranti che nessuno vuole (sbarchi in crescita esponenziale, col governo del blocco navale!); oppure a case popolari; ad alloggi studenteschi; biblioteche; uffici della pubblica amministrazione; impianti sportivi, alberghi eccetera.

A Vittorio si narra, Pnrr permettendo, di parco sul Meschio - campo rugby- magazzini per la protezione civile alla Gotti; all’aviocampo di San Giacomo, se non arriva prima la tendopoli subsahariana, di un altro parco (!) per grandi eventi ed altri impianti. A parte la divagazione su come la caserma si presti ad esser moltiplicatore di fantasie, andrebbe detto che trasformarne una in penitenziario non è proprio come cucinare un uovo sodo. E anche venissero risolti intoppi burocratici e di consenso popolare, venisse rivisitata l’intera struttura, venisse arredata ed efficientata, resterebbe da quadrare la quisquiglia del personale di sicurezza, medico, amministrativo già ora enormemente carente e sottoposto a continui tagli.

Dunque, perché improvvisare dalla sera alla mattina questi voli pindarici, oltretutto senza un minimo di concertazione con gli altri ministri competenti?


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Michele Bastanzetti

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