Caserme in regalo
Fasan e Da Re sollecitano un intervento dell'amministrazione Tonon
| Stefania Rotella |
VITTORIO VENETO - Perché tanti comuni in Italia hanno acquisito a titolo gratuito beni immobili dello Stato e invece a Vittorio Veneto non è arrivato niente gratis? Se lo domandano i cittadini e soprattutto le minoranze in consiglio comunale, che sull’argomento stanno dando battaglia all’amministrazione comunale guidata dal sindaco del Pd Roberto Tonon. In ballo caserme dismesse e terreni come l’aerocampo di San Giacomo.
In questo periodo procedono i trasferimenti dei beni dello Stato alle amministrazioni locali grazie alle opportunità previste dal federalismo demaniale e dal federalismo demaniale culturale. Molti comuni ne hanno beneficiato salvo, al momento, Vittorio Veneto.
Con il federalismo demaniale Comuni, Province, Regioni e Città Metropolitane possono acquisire a titolo gratuito beni immobili di proprietà dello Stato presenti sul proprio territorio, richiedendoli all’Agenzia del Demanio, secondo quanto previsto dall’art.56 bis del DL 69/2013. Il processo di trasferimento di beni del patrimonio dello Stato consente agli Enti territoriali di poter ampliare il proprio portafoglio immobiliare da valorizzare e riqualificare, per attivare processi di rigenerazione urbana, individuando per gli immobili le destinazioni d’uso più idonee alle esigenze economiche, sociali e culturali della comunità locale. Ecco che a Vittorio Veneto il Comune avrebbe potuto ricevere a titolo gratuito alcuni di questi immobili: Palazzo-Doro Altan in via Cosmo, Palazzo Marinotti in via Pretorio, Palazzo Piccin in via Celante, la caserma Tandura di via Gramsci, la caserma Gotti di via Dante, l’areocampo di San Giacomo. “Le varianti urbanistiche dedicate alla valorizzazione delle aree militari sono vincolanti per la stesura del futuro PAT, e ne condizionano la capacità di programmare lo sviluppo della città secondo gli obiettivi condivisi con gli altri interlocutori del territorio, come stabilisce il PAT stesso-afferma il consigliere comunale della Lega Nord Bruno Fasan-C’è quindi l’obbligo per l’Amministrazione di trattare con il Demanio per ottenere una perequazione più vantaggiosa di quella stabilita dalla norma, pari al 15% della valorizzazione data dalle varianti urbanistiche. Per questo chiedo che l’Amministrazione si impegni a trarre il massimo profitto da questi accordi, prendendo spunto da quanto hanno già fatto con successo altre Amministrazioni comunali quali Trieste, Piacenza e Padova. Chiedo che i futuri accordi raggiunti dall’Amministrazione con il Demanio siano ratificati da un voto. Si può certamente dire che il futuro della città sia nelle mani del Demanio. Ed è un vero peccato che la nostra città, sede di prestigiosi siti di comando militare, non ne abbia un tornaconto”. “Chi doveva seguire la questione non lo ha fatto- rincara l’ex sindaco leghista Toni Da Re, consigliere comunale di opposizione- Il Comune ha uno strumento che è il cambio di destinazione d’uso. Da sindaco mi ero interessato a seguire la questione con il Demanio. Ora la giunta è cambiata, ma siamo rimasti a bocca asciutta. Salvo trattative in corso di cui non sono a conoscenza”.
Per esempio a Nervesa della Battaglia l’ex caserma dei carabinieri è diventata gratuitamente di proprietà comunale. 81 sono i beni demaniali trasferiti ai comuni veneti, tra i quali l’ex caserma Fantuzzi a Belluno, l’ex caserma Zannetelli a Feltre, terreni demaniali a Ponte nelle Alpi, villa Maria a Carbonera.
Il decreto Milleproroghe, approvato a febbraio 2016, ha inoltre previsto la riapertura dei termini per richiedere beni di proprietà dello Stato: gli Enti territoriali, quindi, potranno inoltrare nuove e ulteriori richieste fino al 31 dicembre 2016.
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