Vittorio Veneto, è ufficiale: il comune si prende l'aerocampo e parte della caserma Gotti
Cede allo Stato la caserma dei carabinieri di via Boni
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – È ufficiale: l’aerocampo di San Giacomo e buona parte dell’ex caserma Gotti sono del Comune che cede allo Stato l’immobile sede del comando dei carabinieri di via Boni.
Si è di fatto chiusa la trattativa durata quasi sei anni, partita con il protocollo d’intesa siglato il 10 novembre 2014 a cui è seguito due anni dopo la sottoscrizione di un accordo tra Comune di Vittorio Veneto, Ministero della Difesa e Agenzia del Demanio per la valorizzazione degli ex siti militari presenti in città, cioè caserma Gotti, aerocampo di San Giacomo, caserma Tandura, palazzo Doro Altan, palazzo Marinotti e palazzo Piccin che appartenevano all’ex 1° Fod che ha chiuso a fine 2013.
Mercoledì 29 luglio, ha reso noto stamane il Comune, si è riunito il tavolo tecnico istituito dal protocollo d’intesa. Erano presenti il sindaco Antonio Miatto con l’assessore al patrimonio Ennio Antiga, il generale Michele Caccamo direttore della task force “valorizzazione e dismissione immobili” del Ministero della Difesa e l’ingegnere Edoardo Maggini, direttore della direzione regionale dell’Agenzia del Demanio. «Abbiamo tirato le fila di un intero anno di lavoro e raccolto i frutti dei tanti incontri tecnici avuti con il Ministero e il Demanio, che hanno sempre collaborato con un atteggiamento costruttivo durante la trattiva» afferma il sindaco.
«La città - annuncia Miatto - ottiene l’intero aerocampo di San Giacomo e gran parte della superficie della Gotti. La delimitazione per il successivo frazionamento che servirà a determinare con esattezza l’area della caserma spettante al Comune sarà effettuato collegialmente il 5 agosto. Allo Stato andrà in cambio il fabbricato che ospita la stazione dei carabinieri di via Boni. È volontà di tutte le parti coinvolte nella trattativa portare a compimento l’intera operazione entro il mese di settembre».
Per quanto riguarda gli immobili che rimangono al Ministero, «nel corso dei prossimi due mesi saranno tutti valorizzati come già pattuito e pianificato – spiega Miatto -. La Difesa fruirà delle varianti urbanistiche necessarie ad immettere fruttuosamente sul mercato le strutture che resteranno di sua proprietà, cioè i palazzi Doro Altan, Marinotti, Piccin, la caserma Tandura e l’angolo nord-ovest della caserma Gotti con l’edificio principale». Con la conclusione di questo accordo «la città di Vittorio Veneto grazie ai beni militari non più in uso andrà ad arricchirsi di una serie di superfici delle quali, fino ad oggi, non disponeva e che potranno permettere lo sviluppo di attività produttive, sportive e ricreative prima impensabili» conclude il sindaco.