A Casier “Suoni Vicini” con una sensuale performance dedicata ai grandi classici del tango
| Lieta Zanatta |
CASIER – Così sensuale, così voluttuoso, così provocante da voler avversare con una scomunica chi lo ballava.
Il tango argentino nella sua più profonda essenza verrà rievocato con le musiche di Piazzolla, Troilo, Di Sarli e molti altri sabato 25 luglio alle 21 a Casier.
Saranno i Tragos de Tango ad esibirsi in piazza Pio X nella serata della rassegna “Suoni Vicini” di Sile Jazz, che ha dato voce e valorizzato tanti talenti veneti e italiani, pensata a “chilometro zero”. Assieme al tango verranno suonate milonghe e chacarere accompagnate dalla chitarra di Lino Brotto, il contrabbasso di Daniele Vianello e il bandonéon di Walter Lucherini, tutte suggestioni del folklore argentino che verranno contaminate dal jazz del trio.
“Sono canzoni che cantano la nostalgia di casa, la tristezza delle persone, le difficoltà ma anche l’amore per la propria terra, la felicità e la gioia, le speranze e le aspirazioni. Cantano la solitudine ma anche la lealtà e la fratellanza in caso di avversità”, spiegano gli organizzatori di Sile Jazz.
Ingresso gratuito ma controllato.
Per partecipare alla serata di tango di Casier bisognerà prenotare il proprio posto online a questo link
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-sile-jazz-2020-casier-tragos-de-tango-112511450778
In caso di maltempo, lo spettacolo si sposterà nella palestra di via Basse a Casier.
LA STORIA
Da notare che il concerto verrà suonato in piazza Pio X, intitolata proprio al papa sarto di Riese che si trovò a redimere la spinosa questione sorta nel primo decennio del Novecento, quando i vescovi francesi chiesero al pontefice di scomunicare i ballerini che si accingevano a questo peccaminoso ballo che suscitava libidine e lussuria.
Ebbene, secondo le cronache, il papa chiamò una coppia di tangueri, fratello e sorella principi romani, per vedere da vicino questo tango che stava sopravanzando la polka e il valzer europei.
Anche se quello che si danzò sotto i suoi occhi fu una versione più castigata delle figure che il tango argentino imponeva, il papà sentenziò “è tempo di feste e capisco come e quanto i giovani amino ballare. Ma (...) perché non preferire piuttosto la bella danza di Venezia, elegante, graziosa e latina, la furlana?”
E così respinse le interdizioni richieste dalle autorità ecclesiastiche parigine.
Il carnale tango fu sdoganato ma l'aneddoto resta nella storia, immortalato dalla poetica verace di Trilussa.
Tango e Furlana
Er Papa nun vo’ er Tango perchè, spesso,
er cavajere spigne e se strufina
sopra la panza de la ballerina
che su per giù, se regola lo stesso.
Invece la Furlana è più carina:
la donna balla, l’omo je va appresso,
e l’unico contatto chè permesso
se basa sur de dietro de la schina.
Ma un ballo ch’è der secolo passato
co’ le veste attillate se fa male:
e er Papa, a questo, mica cià pensato;
come voi che se movino? Nun resta
che la Curia permetta in via speciale,
che le signore s’arsino la vesta.