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26 dicembre 2024

Montebelluna

Casse di espansione a Ciano: rinviata la sentenza del Tribunale delle Acque

L'esito del ricorso presentato da ben 8 comuni contro il progetto che riguarda il Piave si conoscerà solo a settembre

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Piave a Ciano

CROCETTA DEL MONTELLO - Il Comitato per la tutela delle Grave di Ciano ha reso noto che: " Il Tribunale delle Acque di Roma ha rinviato al prossimo 7 settembre, la sentenza relativa al ricorso contro le casse di espansione sulle Grave di Ciano presentato dal Comune di Crocetta del Montello e sostenuto da altri sette comuni del medio Piave". Tocca quindi attendere ancora un po' per conoscere l'esito della richiesta delle otto Municipalità contrarie al progetto di escavazione e costruzione di una mega muraglia nel letto del fiume Piave: Crocetta del Montello, Vidor, Pederobba, Moriago della Battaglia, Nervesa della Battaglia, Giavera del Montello, Montebelluna, Volpago del Montello.

 

"Nel condividere l’informazione, cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che nei mesi e soprattutto nelle ultime settimane hanno firmato la petizione on-line: il vostro contributo e l'amore che dimostrate per questo territorio sono fondamentali per proseguire nel percorso di difesa del Piave e del suo ambiente - conclude il Comitato -. Nei prossimi mesi continueremo a parlare dell'importanza delle Grave di Ciano, per farvi conoscere al meglio questo territorio, e dell'assurdo progetto che le minaccia, sperando che tutti voi facciate altrettanto e che sempre più persone si uniscano per contrastare le casse di espansione sulle Grave di Ciano. Per chi non lo avesse ancora fatto, può firmare la petizione cliccando questo LINK".

 

Ma ecco le ragioni della contrarietà al progetto: "Le Grave sono una delle ultime oasi di biodiversità presenti nell’alta pianura Veneta, comprendono circa 940 ettari di delicati ambienti fluviali, che sostengono servizi ecosistemici essenziali. Ben 550 ettari verrebbero inglobati nel mastodontico progetto, sparirebbero per sempre habitat rari che garantiscono rifugio a centinaia di specie animali e vegetali, molte delle quali a rischio estinzione. Questo ambiente dovrebbe essere protetto, come previsto da precise Direttive europee e non distrutto a causa di un’opera antiquata, un ecomostro che si contrappone alla sempre più evidente, urgente e non più procrastinabile necessità di tutelare l'ambiente naturale".

 

 

 

 


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