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27 dicembre 2024

Montebelluna

CAVA DI VIA MARTINELLA BOCCIATA DALLA REGIONE

Un progetto da un milione di metri cubi. Si sarebbe oltrepassato il limite sulle norme relative all’attività estrattiva

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CAVA DI VIA MARTINELLA BOCCIATA DALLA REGIONE

Montebelluna – La cava di via Martinella non si farà. La Regione ha detto “no”. La richiesta di avviare l’attività estrattiva in via Martinella a Montebelluna, con un progetto che riguardava 100mila metri quadrati di superficie, era stata presentata dalla Trentin Ghiaia di Conegliano.

Si sarebbe potuto estrarre all’incirca un milione di metri cubi di ghiaia. La richiesta è stata esaminata dalla commissione regionale competente che ha espresso parere negativo al progetto.

In questo modo allineandosi alle volontà del Comune di Montebelluna, pure questo contrario, come espresso in Consiglio comunale nel 2004 e nel 2005. La richiesta è stata respinta perché nel territorio di Montebelluna si andrebbe oltre al limite del superamento del 4% della superficie agricola comunale.

Resterebbero solo 12mila metri quadri di superficie da destinare all’attività estrattiva. La cava di via Martinella, però, appunto, da sola avrebbe superato i 100mila metri quadrati.

“Dopo aver battagliato a lungo, purtroppo inutilmente – commenta l’assessore all’Ambiente, Franco Andolfato (in foto) – per il mantenimento del limite del 3% della superficie agricola di scavo, poi spostata con un cavillo al 4%, ora abbiamo raggiunto ed esaurito anche questo secondo limite, che riteniamo debba essere considerato invalicabile dal Consiglio Regionale. Tuttavia tale limite rischia di essere ulteriormente cancellato qualora venisse approvato il PRAC così come è stato presentato.

E questo creerebbe gravi danni per molti territori, in particolare in alcuni ambiti, come quello di Montebelluna, dove si è scavato davvero molto. In più occasioni abbiamo espresso un giudizio più che negativo sul PRAC, in particolare, oltre al superamento della percentuale massima di territorio agricolo da scavare, per l’indicazione di continuare a dedicare all’escavazione principalmente i siti che sono già interessati dall’attività estrattiva, i cosiddetti ATE – Ambiti Territoriali Estrattivi e per la possibilità di scavare sotto falda. Ci auguriamo quindi che venga modificato il testo del Piano Regionale Attività di Cava che è passato in Giunta Regionale nell’ottobre scorso e che il limite del 4% resti tale”.

 

 

 


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