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21 agosto 2024

Vittorio Veneto

Chi salva i rospi? Su Rai3 Revine Lago a confronto con l’Austria: “Abbiamo fatto brutta figura”

Adriano, Luisella e i volontari che da vent’anni tutelano la biodiversità (per tutti noi)

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Salvataggio rospi

REVINE LAGO - Se non vogliamo farlo per i rospi, facciamolo per noi. Per il nostro futuro. Per il pianeta. L’importanza degli anfibi è fondamentale per la biodiversità ed è partendo da questo concetto che in Austria hanno creato chilometri di rospodotti, al fine di salvare gli anfibi migranti dalle auto in corsa lungo le strade. A Revine Lago, questo, non è stato fatto e la cittadina del trevigiano è stata confrontata con l’Austria su Rai3 da Sabrina Giannini che, come ha dichiarato Adriano De Stefano, ‘capo-rospista’: “Ci ha fatto fare davvero una brutta figura”. A Revine, terra di laghi e di migrazione dei rospi, c’è un unico rospodotto che non copre ovviamente l’intera area di spostamento degli anfibi. E così, da 21 anni, alcuni volontari si recano per tutto il periodo di marzo sulla statale all’imbrunire, e trascorrono un paio di ore a raccogliere i rospi per aiutarli ad attraversare la strada prima che vengano schiacciati dalle auto. In prima fila dal 2003 a salvare questi animali è Adriano De Stefano, per anni presidente Enpa Treviso, che spiega come mai sia così importante salvare i rospi, non capacitandosi però del fatto che gli amministratori, in vent’anni, non si siano mai avvicinati a quella schiera di volontari che, da altri comuni, giungevano a Revine Lago, per aiutare i rospi, l’ambiente, noi.

“In realtà gli anfibi sono dovunque minacciati d’estinzione a causa della distruzione e sottrazione dell’habitat e dell’inquinamento - riferisce De Stefano -. Pagano il prezzo salatissimo di essere piccoli animali e, poiché prevalentemente notturni, cioè “invisibili”, la loro esistenza è quasi totalmente ignota con la conseguenza che si tende a sottovalutare il grande valore dalla loro presenza nell’ambiente. Ricordiamo che questi “animaletti”, cibandosi d’insetti e quindi preziosissimi per l’agricoltura, sono anche importantissimi bio-indicatori dello stato di salute dell’ambiente ed è in quest’ottica che dovrebbero essere salvaguardati”.

Ma come mai in questo periodo, ogni anno, gli anfibi attraversano la statale a Revine Lago? “Dalla notte dei tempi, tutti gli anni, con i primi tepori che annunciano l’imminente primavera, gli anfibi si destano dal letargo e a decine di migliaia partono in massa verso i luoghi di riproduzione - spiega Adriano De Stefano -. Nelle migrazioni verso i corsi d’acqua per la deposizione delle uova, gli animali percorrono spesso molti chilometri e sono costretti ad attraversare più volte le strade. Moltissimi anfibi vengono investiti dalle automobili e muoiono in modo terribile. Il rospo comune (Bufo bufo) è la specie più colpita dal traffico. Dato che intere popolazioni di rospi comuni si mettono in moto in contemporanea e che questi animali camminano lentamente (occorrono loro anche una decina di minuti per attraversare una strada), possono verificarsi dei veri e propri «massacri», con conseguente estinzione di intere popolazioni locali”. Non si tratta insomma di schiacciare uno o due rospi, ma distruggerne intere popolazioni. Di intaccare la biodiversità dell’ambiente.

Lo scorso marzo, a testimoniare il lavoro di decine di volontari, sono arrivate le telecamere di Rai3. La trasmissione condotta da Sabrina Giannini “Indovina chi viene a cena” ha fatto luce su un fenomeno di portata internazionale. A Revine Lago, Giannini ha constatato che non solo mancano i rospodotti, ma anche un piccolo cartello che indica alle automobili il passaggio di rospi, al fine di fare attenzione. Il confronto tra Revine Lago e l’Austria è stato devastante per il primo comune: nel paese d’oltralpe sono stati spesi in un Comune tre milioni di euro di fondi pubblici per creare una protezione lungo una strada che divide un bosco da un lago, costruendo rospodotti ogni 20 metri e risolvendo per sempre il problema della strage. Anche qui, come a Revine, un tempo i volontari si spendevano ogni sera con secchi e coraggio, rischiando pure di essere investiti nonostante i giubbotti catarifrangenti. Ma poi si è capito che la biodiversità non deve essere tutelata a costo di rischiare la vita e che le soluzioni si trovano, sempre. A Revine, dopo 20 anni, si usano ancora i secchi: “Il salvataggio degli anfibi in provincia, è iniziato nel lontano 2003 e, nella nostra zona, attorno ai Laghi di Revine, si sono salvati oltre 300mila esemplari, - riferisce ancora Adriano, in prima fila da 21 anni con Luisella per salvare i rospi tutte le sere - L’operazione da compiere è semplicissima, basta percorrere la carreggiata e raccoglierli prima che raggiungano la strada, riporli in un secchio e poi liberarli al lato opposto della strada”.

“Poiché per un ignoto motivo pare che la popolazione locale sia refrattaria a scendere in strada per salvare il loro invidiabile patrimonio naturalistico anche quest’anno i volontari sono in difficoltà e lanciano un appello di “reclutamento” con la solita richiesta d’aiuto nell’affrontare questa “emergenza ambientale” poiché, per farvi fronte con la necessaria efficacia,  i “Rospisti” di sempre sono insufficienti e urgono rinforzi”, è l’appello di Adriano De Stefano. “Invitiamo chiunque volesse partecipare e condividere con noi questa entusiasmante ed impagabile esperienza (sia per i Laghi di Revine sia per il Montello) di chiamare il 347.5931683 (anche Whatsapp) e sarete contattati”, conclude.

Alcuni volontari fotografati da Juan Carlos Marzi

 

 

Il servizio di Rai3, Revine Lago dal minuto 45

 

 

 

 

 


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Stefania De Bastiani

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