Chissenefrega della guerra nucleare. Ridateci i sacchetti gratis!
Il presidente degli Stati Uniti e il leader della Corea del Nord stanno minacciando una guerra nucleare, facendo a gara a chi ha il bottone più grosso.
La tempesta Eleanor sta flagellando il Nord Europa. E si fanno sempre più frequenti i disastri ambientali causati da un cambiamento climatico dovuto a un livello di inquinamento che gli esperti hanno definito “punto di non ritorno”.
Solo nell’anno appena concluso, nel Mediterraneo, sono morte oltre 3000 persone, tra cui molti bambini.
A un passo da noi, in Libia, centinaia di migliaia di giovani e minori sono rinchiusi in veri e propri campi di concentramento.
Ma ciò per cui ci indigniamo, ciò che ci fa davvero incazzare, ciò che ci scuote e ci preoccupa sono i sacchetti. Quelli che costano circa due centesimi e che dal primo gennaio siamo obbligati a comprare per portarci a casa frutta e verdura dal supermercato.
Sul web, non si parla d’altro. Sui giornali, si legge solo quello. Le bacheche di Facebook sono ormai monotematiche. E’ di quello che si scrive, si posta e si commenta. Dei sacchetti.
E’ per quello, che ci si indigna. Per i sacchetti.
Perché cavolo ci obbligate a comprare un sacchetto? Perché non possiamo usarne uno nostro? Perché ci fate spendere in media 5 euro in più all’anno? Oppure: perché ci lamentiamo del centesimo dei sacchetti? Siamo tutti morti di fame che non possiamo permettercelo?
Le fazioni pro e contro sacchetti si sono formate. E’ emersa anche l’ala neutra. Che, per dichiararsi tale, ha espresso la propria opinione. La gente –sul web, in Italia non si scende in piazza – si sta ribellando. E lo fa per una grande e nobile causa: i sacchetti.
Poi chissenefrega se migliaia di bambini muoiono bussando alla nostra porta. Se i leader mondiali hanno un bottone nucleare sul comodino. Se il cambiamento climatico renderà la Terra invivibile per l’uomo.
Chissenefrega.
Basta che (non) ci siano i sacchetti.