Concorso e graduatorie continuano ad alimentare il malcontento tra gli insegnanti
Intanto a Treviso l’Ufficio scolastico provinciale pensa ad azioni legali contro i “furbi” che per le graduatorie hanno fatto dichiarazioni “fantasiose”
TREVISO - Ombre sempre più lunghe si distendono sull’ormai imminente concorso straordinario per il reclutamento di professori della scuola secondaria, in calendario il 22 ottobre prossimo: 64.000 i partecipanti. E se il Tar ha bocciato, nei giorni scorsi, il ricorso di numerosi candidati che contestavano il bando in numerose sue parti e ha dato via libera sotto il profilo legale alle prove concorsuali, è l’impennata delle curve epidemiologiche (ieri si sono contati 3678 nuovi casi) a preoccupare, prefigurando una ipotesi di rinvio all’ultimo minuto per emergenza sanitaria.
Il ministro dell’Istruzione Azzolina ostenta sicurezza e grande serenità, e in questo almeno dimostra di non smentirsi mai (beata lei). Meno sereni gli aspiranti al ruolo in procinto di sostenere l’esame, in moltissimi casi fuori provincia, visto che sono state create aggregazioni regionali. Ieri sera hanno scritto alla responsabile di Viale Trastevere una lettera, pubblicata da Orizzontescuola.it: “Noi precari siamo anche delle persone che si svegliano presto la mattina per andare a scuola e diffondere il proprio sapere, dopo anni e anni di servizio e che non riescono a capire perché in piena pandemia si possa far finta di nulla”. Pur concordando sulla necessità urgente di stabilizzare i precari storici, la richiesta che da questo mondo arriva al ministro è di rinviare il concorso – come sin dall’inizio avevano chiesto le organizzazioni sindacali anche a Treviso – o quantomeno di “optare per l’espletamento del concorso nella Regione di residenza di ciascun concorrente”.
Che di insegnati ci sia bisogno come il pane, specialmente nella secondaria, per posto comune e soprattutto per sostegno, OggiTreviso lo ha scritto nei giorni e nelle settimane passate ed è confermato da quanto sta accadendo in queste ultime ore in provincia di Treviso. Una tornata ulteriore di nomine è stata già preannunciata, essendo rimaste scoperte ancora parecchie cattedre che in teoria avrebbero potuto venire tutte assegnate se all’appello sulla piattaforma Sigeco si fossero effettivamente presentati tutti gli aspiranti a un contratto a tempo determinato. E invece le diserzioni sono state in numero piuttosto elevato. Senza contare gli errori riscontrati nelle graduatorie per dichiarazioni mendaci, soprattutto di titoli non posseduti o non validi. Ma qui l’Ufficio scolastico provinciale non solo non c’entra ma è pure parte lesa. E pensa ad azioni legali.