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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

Cosa bolle nella discarica?

L'Amministrazione cerca di tranquillizzare i vittoriesi

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Cosa bolle nella discarica?

VITTORIO VENETO - “Non è una (più) bomba ecologica. Quella di Forcal – dicono al piano nobile del municipio di Vittorio Veneto – è una delle discariche più controllate d’Italia. E se qualcuno, come l’eurodeputato Zanoni lancia sassi nel torbido sperando di fare audience con il tema dell’inquinamento si sbaglia di grosso”. Il sindaco Gianantonio Da Re e l’assessore all’ambiente Antonella Caldart parano i colpi dell’eurodeputato Zanoni che qualche giorno fa aveva definito pericolosa la discarica di Forcal. Prima di chiarire come e cosa succede tra i rifiuti stoccati a Forcal (a due passi, proprio due, da una scuola elementare), gli amministratori vittoriesi se la prendono con chi – da Bruxelles – lancia l’allarme-tossicità.

 

Il sindaco Da Re: “Speriamo quanto prima di poter chiudere il sito di Forcal. Ma dobbiamo fare i conti con la congiuntura economica sfavorevole. Per il momento la discarica è monitorata a più livelli. Se l’eurodeputato Zanoni vuole farsi pubblicità, cerchi un altro modo per guadagnarsi la prima o l’ultima pagina dei giornali”. L’assessore Caldart: “Zanoni deve legiferare, non cercare il marcio dove non c’è, visto che la discarica di Forcal è soggetta e rispettosa di quelle norme sull’ambiente che sono tra le più severe e restrittive che possediamo. Sollevando una questione che non esiste, Zanoni manca di senso di responsabilità”.

E’ così?

Un po’ di storia. La discarica di Forcal (che ha capienza-rifiuto di 100 mila metri cubi) “nasce” a metà degli anni Sessanta. In una voragine da cui è stata estratta della sabbia, qualcuno comincia a gettare materiale di scarto: gomma, piastrelle, ferro, e chissà cos’altro. In quel periodo – dicono gli attuali amministratori – non ci sono norme restrittive in materia. Della serie: il buco c’è e chi deve sbarazzarsi di qualcosa lo utilizza: arriva a Forcal e scarica i suoi rifiuti ingombranti. In una decina d’anni, il bucone si riempie. Senza controlli di sorta. Poi qualcuno si accorge che il Grande Cassonetto interrato sta pochi metri dall’abitato e che forse non è sano avere fuori dalla porta di casa un imbuto di rifiuti.

 

Agli inizi degli anni Ottanta, la discarica allora viene sondata, bonificata e “autorizzata”. Nel 1983, la discarica è affidata a una ditta che si occupa di gestirla come si deve. Ma il “come si deve” è un’espressione vaga (e stropicciata). La ditta che dal 1983 al 1991 (più o meno) ha in gestione la discarica conferisce abusivamente nel sito tutto quello che capita. L’area intorno alla discarica ne risente: i residenti si preoccupano del fetore che arriva dalle viscere del Grande Inghiottitoio. E i proprietari del terreno su cui agisce la discarica chiedono aiuto all’avvocato Bellot. Che fa il suo dovere. Indaga, abbraccia la causa dei clienti. E vince la causa: il tribunale condanna la ditta che gestiva la discarica per abusivismo. Resta il malefatto: in 13 anni, a Forcal, sono arrivati materiali altamente tossici, fra i quali aldeide formica e cianuro. Nel 2005, il comune si affida a una nuova ditta: la Crp. Il nuovo gestore avrà il compito di bonificare la discarica, recuperare la parte inquinante e risarcire i proprietari del terreno.

Nel frattempo a pochi metri dalla discarica viene costruita una scuola elementare: bella, efficiente, utile. I cumuli di rifiuti potenzialmente pericolosi (quelli che erano stati estratti dalla voragine) sono ancora lì, ma – assicurano geologi e ingegneri – sono coperti, sigillati…non fanno male a nessuno.

 

Il gestore della discarica. La ditta che si è presa l’onere di controllare il Grande Cassonetto promette: con i proventi che otterremo da chi vuole riversare i propri rifiuti a Forcal, saneremo il terreno circostante, smaltiremo nel modo opportuno i cumuli di rifiuti “equivoci” (dentro ci sono materiali di piombo, cadmio, ecc. derivati da lavorazione industriale) che svettano sopra il terreno. Ma state tranquilli: tutto sarà fatto.

Il punto della situazione Grandi Scoazze. Il gestore della discarica è ottimista: entro breve il lavoro sarà completato. Ma– dicono gli amministratori di Vittorio Veneto – poi arriva la crisi e rifiuti da deporre (o deportare, come volete) nella discarica di Forcal ce ne sono sempre meno. La ditta che gestisce l’impianto (“impianto industriale”, precisano in municipio) guadagna meno di quanto previsto e ha tante spese. Morale? Non riesce a riempire fino all’orlo il Grande Cassonetto interrato e – quel che è peggio – non riesce ad avere i soldi per portare via quei cumuli di rifiuti “equivoci” che stanno sopra il terreno (solo un terzo, per il momento, ha preso il volo), accanto alla discarica, e che non possono essere smaltiti in loco perché richiedono un trattamento particolare, che lì non si può proprio fare.

 

Costi e indennizzi. La faccenda è complicata? Be’: è pure onerosa. La discarica infatti sorge su terreni privati e i proprietari hanno firmato col comune una convenzione (che scade nel 2020) per cui si sono detti disponibili a cedere il loro terreno, ma in cambio vogliono un indennizzo (l’assessore Caldart lo chiama “ristoro per i privati” e lo quantifica in 200 mila euro) per quanto di marcio si è fatto in passato. La ditta che gestisce l’impianto questo indennizzo lo promette, ma (c’è crisi, si sa) non lo può dare subito e allora il comune lo anticipa. “Lo so – afferma l’assessore Caldart – che avevo detto che la discarica non sarebbe costata un soldo all’amministrazione, e infatti è così: abbiamo solo anticipato i soldi che la ditta deve ai privati. Quegli 80 mila euro che nel bilancio sono indicati come “uscita per indennizzo” sono anche calcolati come entrata, perché, senza possibilità di dubbio, li riavremo dalla ditta che gestisce l’impianto”. Su questo fronte siamo coperti.

 

Mail anonime. Mentre scrivo le righe che state leggendo al mio indirizzo di posta elettronica arriva una mail anonima. Il titolo è “Forcal…la vergogna”. Nella lettera si ripercorre la storia della discarica, con il nome della ditta condannata dal tribunale (Meneghin) e si chiede perché “tutti i rifiuti altamente tossici” contenuti nella discarica fino a qualche anno fa ora vengano ritenuti “non inquinanti”. Sul dubbio l’assessore Caldart risponde: “I controlli in tema di rifiuti e inquinamento sono così serrati oggi, e sono così stretti a Forcal, che ipotizzare qui una situazione di non regolarità è assurdo. E i tecnici ci tranquillizzano ampiamente”.

 


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