TREVISO – Giunti al quinto anno di crisi, oggi più che mai si registra un futuro incerto per imprese e commercianti della Marca. Un terzo ritiene che chiudere l’attività sia una decisione che si fa sempre più concreta se le cose dovessero continuare così. Solo il 29% delle attività commerciali esclude questa via.

E’ quanto emerge dal rapporto del terzo trimestre 2012 svolto dall’Osservatorio sui consumi e promosso dall’Ascom Confcommercio di Treviso. «Siamo in una fase di “deconsumo”, i consumatori stanno cambiando stili di vita: più attenzione a ciò che si compra, spese morigerate e meno sprechi per il 94% del campione -spiega il sociologo Vittorio Filippi che ha curato la ricerca - Gli spostamenti in auto sono stati ridotti dal 47%; il budget per le vacanze è stato ristretto per il 52% del campione e i grandi acquisti sono stati rimandati dal 71% dei consumatori. Il 65% delle famiglie va sostanzialmente in pari tra entrate ed uscite, e ciò significa che non riesce a mettere nulla da parte».

I consumatori oggi attingono ai risparmi, messi via precedentemente, grazie ai quali tengono demografia d’impresa e consumi, che seppur non incoraggianti non precipitano rovinosamente verso il basso. Certo, occupazione, fatturato, vendite e liquidità sono tutti in peggioramento per le attività commerciali.

«Stiamo vivendo un cambiamento complesso e permanente– dice Guido Pomini, presidente provinciale della Confcommercio – Il calo del settore auto, la bolla immobiliare e gli altri segnali negativi ci segnalano con forza la fine di un ciclo che non tornerà più. Le imprese e i consumatori dovranno adattarsi a nuovi modelli di consumo di qualità e sostanza, ridefinendo valori e priorità. Occorre ristabilire nuove alleanze tra famiglie territorio e imprese, senza prescindere da una politica che offra soluzioni e incentivi per potenziare il settore». Il 2013 per il 60% dei clienti e il 53% dei commercianti non porterà grossi cambiamenti.