CRISI, MIGLIORANO LE ASPETTATIVE SULL’OCCUPAZIONE
Lo dice l'Osservatorio della Cna, ma l'accesso al credito è sempre un problema
| Laura Tuveri |
Treviso - Migliorano le performance occupazionali per artigiani e piccole e medie imprese. Lo dice l’Osservatorio Cna. Questo secondo il 70% del campione di 300 imprenditori: anche se gli indicatori continuano ad avere ancora negativo, si ravvisa qualche lieve miglioramento rispetto all’estate.
La Cna fa un monitoraggio di fatturato, occupazione, ordini e commesse, esigibilità dei crediti, rapporto con le banche e programmazione della attività e degli investimenti del sistema dell’impresa artigiana e di quella piccola e media nella provincia di Treviso.
Secondo il rapporto rallenta la preoccupazione per l’occupazione e resta sostanzialmente stabile l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Gli imprenditori sono, però, ancora molto preoccupati per quanto riguarda il credito, visto che per l’8% delle imprese trevigiane è oramai divenuto impossibile accedere a forme di finanziamento da parte delle banche.
Rallenta anche il processo di chiusure: la comparazione tra novembre 2008 e novembre 2009, con un dato che si attesta al –1%, indica una sostanziale stabilizzazione. “Il quadro è a tinte chiaro-scure – ha detto Alessandro Conte, presidente della Cna provinciale di Treviso – dato che quello a cui assistiamo è nei fatti non l’inizio dell’uscita dalla crisi, ma un suo ulteriore e consistente rallentamento.
Questa situazione rende comunque evidente il bisogno di interventi strutturali e urgenti”. A novembre il 55% delle aziende prevede un fatturato in calo. Il 6% del campione prevede che il proprio fatturato crescerà al di sopra dell’aumento dei prezzi, segnando un miglioramento del sentiment rispetto all’4% di agosto.
Sul fronte del rinvio o la cancellazione degli investimenti diminuisce il numero di imprese che pensa alla cancellazione, dal 16% al 14%. Il 43% pensa al rinvio (tre punti in più rispetto al 40% di agosto) mentre il 39% (5 punti in più rispetto alla rilevazione precedente) afferma che non rinuncerà a quelli già previsti. Per il 68% delle imprese del campione (ad agosto la percentuale era del 66%) l’accesso al credito rimane uno dei maggiori problemi da affrontare in questa fase.
Per il 21% (contro il 23% dell’ultima rilevazione) si tratta di un problema grave mentre l’8% lo definisce “insormontabile”, a conferma che le imprese più colpite dalla crisi stanno peggiorando ulteriormente la loro situazione economico-finanziaria. E cresce anche il rischio insolvenza: il dato dell’Osservatorio indica come sia divenuto un problema insormontabile per il 9% delle imprese, contro il 5% di agosto. Complessivamente, gli imprenditori ritengono che, allo stato attuale, una fattura su quattro sia a rischio insoluto.
Sono, poi, in calo le commesse: un problema grave per il 48% del campione, ad agosto era il 51%, facendo registrare così un modesto miglioramento del quadro generale dei mercati. Il numero di imprese attive, in provincia, flette, nel periodo novembre 2008-novembre 2009, del 2,3%. In termini assoluti si tratta di una perdita di circa 609 soggetti produttivi.
A soffrire di più, in percentuale, è la metalmeccanica, che arretra del 12,5%. In numeri assoluti si registrano invece picchi di cessazioni nelle costruzioni (meno 301 imprese, pari al –2,7%) e nel settore degli alimentari e delle bevande (-262 imprese, pari ad un –3,2% sul totale.
“Resta un quadro negativo – ha commentato Conte – ma il dato dell’occupazione, che sembra rallentare la discesa, è incoraggiante. Una diminuzione nel processo di a perdita di posti di lavoro indica una situazione a cui si può far fronte intensificando l’utilizzo degli strumenti di ammortizzazione sociale, soprattutto di quelli in deroga per le piccole imprese e quelle artigiane, sufficiente ad affrontare i prossimi delicati mesi”.