Il Cristo Risorto di Tiziano ritorna a splendere nella Treviso Urbs Picta
Il restauro, tutto al femminile, sancisce la nascita a Treviso di una nuova generazione di restauratori
| Lieta Zanatta |
TREVISO - E finalmente il Cristo Risorto di Tiziano, affrescato nel 1517 sulla facciata della Scuola del Santissimo Sacramento accanto al Duomo di Treviso, si è svelato in tutta la sua bellezza.
Un'emozione unica vedere ieri mattina i tre teli bianchi che coprivano le parti restaurate, cadere uno dopo l'altro sul selciato per svelare finalmente l'opera rara di un artista straordinario come il Tiziano del Cinquecento d'Oro veneziano, che si aggiunge, altro tassello, ai numerosi dipinti che impreziosiscono la Treviso Ubs Picta.
Lo svelamento del restauro
Finalmente quella che era un'ombra di roseo incarnato, protetto a malapena da un tettuccio spiovente tra le due finestre della scoletta, si è presentata in tutta la sua figura monumentale. Ora si possono ben distinguere il contorno del viso, i muscoli del torso, il braccio destro alzato benedicente, il vessillo crociato, il candido panneggio del perizoma che ricade sui fianchi, le gambe. Il restauro ha rivelato persino l'ambientazione, il celeste di un cielo all'alba sulla destra che si contrappone ai toni scuri e alla vegetazione posti sulla sinistra del Cristo. Niente purtroppo resta di quello che doveva rappresentare la scena dei soldati romani addormentati ai suoi piedi.
Il profeta barbuto
Molto meglio si distingue la figura del profeta barbuto, sotto e a destra del Cristo, piuttosto che quella di sinistra, l'unica che si distingueva prima del restauro, e che ora risalta con la sua veste verde, il mantello rosso e il turbante bianco. Sotto i davanzali delle finestre, sono rinati anche i raffinati fregi con motivi di delfini, fiori e foglie. Insomma, un restauro durato quattro mesi, eseguito sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Restauro di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, che ha eliminato tutte le malte e le stuccature dei precedenti interventi non compatibili con una buona conservazione della facciata.
Il restauro si è svelato
Le parti rovinate del fregio sono state stuccate e reintegrate con la tecnica del tratteggio, mentre le figure del Cristo e dei profeti, che presentavano aree molto abrase, sono state equilibrate con la tecnica del sottotono, che valorizza il colore originale e permette di far risaltare l'immagine. Un'opera particolare, perché se del Tiziano conosciamo i tanti capolavori su tela, pochi sono gli affreschi del maestro cadorino giunti fino ai nostri giorni.
Uno è proprio è questo Cristo «risorto e quindi d'auspicio, come vorremmo sia questo periodo per lasciarci la pandemia alle spalle» ha voluto rimarcare ai presenti alla cerimonia di inaugurazione monsignor Giorgio Riccoboni, delegato vescovile per la Cattedrale.
«Un restauro che è oggi un momento storico per Treviso» ha sottolineato don Paolo Barbisan, direttore dell'Ufficio Beni Culturali di Treviso.
Sicuramente un primato, anzi due, che Treviso si prende con merito nel mondo dell'arte. «Per l'eccellenza della città nel restauro dell'affresco, ma soprattutto perché declinato al femminile – ha spiegato l'assessore comunale ai Beni Culturali Lavinia Colonna Preti -. La squadra che ha eseguito l'intervento è fatta solo di donne: Rossella Riscica è l'architetto progettista e direttore dei lavori, Francesca Faleschini è la restauratrice e Chiara Voltarel la storica dell'arte che ha condotto le ricerche»
Chiara Voltarel, storica dell'arte
«E' proprio dal grande lavoro di ricerca durato cinque anni e documentato dal libro di Riscica e Voltarel Treviso Urbs picta con Fondazione Benetton Studi e Ricerche (Antiga ed. 2017), che è scaturito il progetto di questo restauro. Una ricerca e una banca dati che vengono continuamente aggiornati grazie anche a questo intervento, oggetto di studio di Chiara Voltarel a cui seguirà una pubblicazione» ha precisato Eugenio Manzato, presidente dell'associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Treviso la quale ha contribuito economicamente alla realizzazione del progetto.
Francesca Faleschini, restauratrice
«Bisogna anche dire che questo progetto è stato reso possibile perché esistevano le com-pe-ten-ze» ha scandito volutamente Manzato indicando la squadra del restauro alla quale, da decano di storico dell'Arte, ha passato idealmente il testimone, ufficializzando che «esiste una nuova generazione di restauratori a Treviso, delle autentiche risorse del territorio»
Rossella Riscica, architetto progettista e direttore lavori
Un applauso ha accompagnato il ricordo del compianto direttore di Fondazione Benetton Studi e Ricerche, evocato dal sindaco Mario Conte.
«Sento forte un cuore battere e un sorriso sotto i baffi. Sento la presenza soddisfatta di Marco Tamaro oggi qui con noi. Sarebbe stato sicuramente felice di tutto questo» E il primo cittadino ha ringraziato «le restauratrici per ogni singola carezza che hanno dato all'affresco con il loro lavoro. Si ringraziano anche il direttore generale Claudio Alessandrini per il contributo di CentroMarca Banca Credito Cooperativo di Treviso e Venezia e Antonello Vendramin, Ceo di Cev Spa, la società che ha gratuitamente messo a disposizione i ponteggi per il lavoro. Il Comune sosterrà continuerà a sostenere queste iniziative – ha concluso Conte - perché queste sono il tesoro della nostra comunità»
I rappresentanti delle istituzioni, enti, restauratori e operatori presenti all'inaugurazione
Tra i presenti l'avvocato Emanuele d'Andrea, vicepresidente della Magnifica Comunità del Cadore e Luigi Latini, vicepresidente di Fondazione Benetton Studi e Ricerche.