Ucraina, nella Marca arrivati quasi mille profughi
Conte: “Le famiglie che hanno accolto in casa i profughi ucraini vengono in comune per chiedere aiuti economici ma, ad oggi, non sono previsti"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Nella Marca sono arrivati quasi mille ucraini, soprattutto donne e bambini, fuggiti dalla guerra. La Marca è la provincia del Veneto che, ad oggi, ne ha accolti di più. La maggior parte è stata accolta in casa da parenti, amici e conoscenti. Ma nei prossimi giorni ne arriveranno molti di più.
Intanto ieri ha aperto all’ex ospedale di Valdobbiadene l’hub di prima accoglienza con 100 posti letto per ospitare i profughi nei primi giorni di arrivo sul territorio. Tanti sono i bambini e ragazzi in età scolare arrivati con le loro mamme. Per loro si sta cercando di capire quale sia il miglior percorso da attuare per agevolare l’ingresso in una nuova classe. Per il sindaco Mario Conte è necessario prima farli ambientare e prendere confidenza con la lingua e poi inserirli a scuola. “I bambini che arrivano sono spaesati, non conoscono la lingua e stanno vivendo un momento molto difficile e delicato, inserirli ora in una classe credo non li aiuterebbe- sottolinea Conte - . Per loro va pensata prima una corretta accoglienza e vanno creati dei percorsi con l’aiuto dei mediatori culturali e psicologi per farli sentire a proprio agio e aiutarli nell’apprendimento della nuova lingua. La scuola potrebbero iniziarla poi a settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico”.
Altro problema da affrontare, sono i costi delle famiglie che ospitano i migranti stanno sostenendo. “Purtroppo, ad oggi, non sono previsti aiuti”, dice Conte. “I primi nuclei familiari che si sono fatti carico dei profughi ucraini iniziano a venire in comune per chiedere aiuti economici. Con il caro bollette e le difficoltà legate al lavoro dopo due anni di pandemia, ci troviamo di fronte una comunità stremata dal punto di vista economico ma che nonostante tutto dimostra grande solidarietà. Non nascondo che noi amministrazioni siamo in forte difficoltà nel far fronte a tutte queste emergenze. Chiediamo allo Stato e all’Europa di metterci a disposizione degli strumenti urgenti perché le necessità sono oggi, la guerra non aspetta e i profughi arrivano”.
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