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06 dicembre 2024

Castelfranco

Crollo alla piscina di Castelfranco, scatta la petizione: “Basta sprechi e scelte non condivise”

L’associazione Antares invita tutti alla sottoscrizione per dare una svolta alle politiche sportive del Comune

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

piscina di Castelfranco

CASTELFRANCO VENETO – Dopo il crollo del soffitto in parte degli spogliatoi alla piscina comunale di Castelfranco Veneto, che ha reso inagibile la struttura sportiva, imponendone la chiusura temporanea, l’associazione Antares che si occupa delle attività didattiche in ambito natatorio ha deciso di indire una petizione denominata “Basta sprechi e scelte non condivise”. Ma ecco quanto chiedono gli appartenenti ad Antares: “Chiediamo all’Amministrazione Comunale di effettuare una riflessione e un confronto con tutti i portatori di interesse prima di portare avanti, per l’impianto natatorio, altri progetti non pienamente condivisi e prima di confermare affidamenti di gestione a chi ha palesemente dimostrato di non essere in grado di assolvere a tale funzione e sosteniamo l’associazione sportiva A.S.D. Antares Nuoto affinché le venga riconosciuto e riassegnato un ruolo attivo nella didattica”.

Richieste motivate dalle scelte fatte fino a ora del Comune che visti i risultati, non sono parse poi così brillanti. Certo l’impianto è vetusto ma forse proprio per questo andavano ponderate decisioni differenti, come ribadiscono da Antares con un comunicato a firma del presidente Roberto Svaldi: “Questa Amministrazione comunale ha sempre ribadito che l’impianto può essere gestito solo da un soggetto pubblico, l’unico in grado, a suo dire, di operare in modo efficiente, rifiutando nel tempo le diverse proposte che sono state presentate da parte di soggetti privati, disposti anche a investire nella ristrutturazione dell’impianto! Tale proposito è stato portato avanti con tale convinzione che la gestione della piscina è stata affidata ad A.E.E.P., che è l’acronimo di Azienda per l’Edilizia Economica e Popolare (che con l’attività natatoria poco c’entra) e, successivamente, mediante una società sportiva di proprietà pubblica controllata dal medesimo Ente. Caso più unico che raro. A quale risultato hanno portato tali scelte? Quanto è accaduto è sotto gli occhi di tutti”.

In particolare viene contestato l’impiego di denaro pubblico per la sistemazione del bar della piscina che alla luce del crollo, aveva evidentemente altre priorità, a livello di manutenzione. “Un chiarimento emerge comunque dalle stesse parole del Presidente di A.E.E.P., ossia che tale spesa, quella per il bar, è stata fatta per garantire “un importante introito ad A.E.E.P.”. E se lo dice lui, chi siamo noi per smentirlo?! – Svaldi quindi aggiunge, riferendosi al crollo -. Il Sindaco ha detto che sono cose che possono succedere, giustificazione che presta il fianco al fatto che il gestore sapeva del rischio o poteva immaginarlo e, a quanto pare, non ha fatto nulla per evitare quanto accaduto! La conseguenza di tale scelta è evidente: il bar, che è un’attività commerciale gestita da un privato, è aperto tutto l’anno ed è al servizio della piscina soltanto durante il periodo estivo, quindi per 3 mesi, mentre l’impianto natatorio, che è destinato a svolgere un servizio pubblico e che dovrebbe essere aperto alla cittadinanza per 12 mesi all’anno, è chiuso a causa della mancata manutenzione! Ora le casse del Comune dovranno sostenere costi straordinari per ripristinare un servizio, costi che un’attività di monitoraggio e regolari interventi programmati di manutenzione avrebbero evitato”.

Una posizione critica, legittima in democrazia, e comprensibile giacché i tesserati di Antares sono i primi a dover fare i conti con le conseguenze di quanto accaduto. “Ma se il Presidente di un’Associazione sportiva, i cui Soci hanno corso il rischio di morire sotto le macerie e che adesso si devono sobbarcare disagi e costi importanti per poter continuare a far praticare lo sport ai loro figli (senza alcun aiuto concreto da parte dell’Amministrazione), esprime una critica (con documenti alla mano), lamentando spese non pertinenti alla condizione effettiva della piscina, allora si minacciano le “querele” e le “azioni legali” – dichiara il presidente Roberto Svaldi -. Purtroppo non è la prima volta. Quello che diciamo, come sempre peraltro, è basato su dati reali, presenti su documenti ufficiali e il diritto di critica è ancora garantito dall’art. 21 della Costituzione Italiana, tanto più se l’oggetto della critica riguarda un servizio pubblico gestito dall’Amministrazione e riguarda un bene di tutti, quale la piscina. Se il Presidente e il Direttore di A.E.E.P. vorranno procedere con un’altra querela per diffamazione, dopo che ci hanno già querelato per la lettera dell’8 marzo scorso, che lo facciano pure. Auspichiamo però che lo facciano a loro spese, non con il danaro dell’Ente, che ha oneri ben più importanti da affrontare (sono pure soldi dei contribuenti). In ogni caso, ci difenderemo e procederemo a nostra volta a denunciare per il ben più grave reato di calunnia”.

Un clima quindi tutt’altro che disteso tra l’ente pubblico e l’associazione che anche per questo ha avviato una petizione, al fine di superare le attuali posizioni e aprire un dibattito tra le parti, al fine di garantire un futuro alla piscina comunale e ai tanti sportivi che a oggi non hanno più un luogo dove nuotare. “Oltre a noi, a Castelfranco Veneto esistono tantissime altre realtà di differenti discipline, di altissimo livello, che non solo rimangono spesso inascoltate, ma il più delle volte vengono ridotte a miseri postulanti con il berretto in mano. Riteniamo sia giunto il momento di farci sentire – concludono da Antares -. Le scelte che verranno fatte in materia di sport, e su cui la città si impegnerà nei prossimi anni, non possono essere intraprese senza una progettazione partecipativa, che coinvolga tutti i portatori di interessi e in particolare che prenda in considerazione le opinioni degli utenti finali, della cittadinanza e soprattutto le idee e i contributi di chi lo sport lo pratica e lo gestisce da anni fra mille difficoltà e con spirito di servizio, e sempre con la massima professionalità. Per questo motivo, ci facciamo promotori di una petizione, che ha lo scopo di portare l’Amministrazione Comunale a effettuare una riflessione prima di portare avanti altri progetti non pienamente condivisi e/o confermare affidamenti di gestione a soggetti che hanno dimostrato di non in grado di assolvere a tale funzione”.
 


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