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14 novembre 2024

Treviso

Da Treviso a Idomeni. Con la corrente elettrica

I ragazzi del Django al confine greco-macedone con furgoni pieni di merce donata dai trevigiani

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Da Treviso a Idomeni. Con la corrente elettrica

TREVISO - Ci sono posti dove gli uomini sembrano bagagli dimenticati. Valigie abbandonate su un nastro che gira all’infinito. Su un tapis roulant dove uomini, donne, bambini vengono privati della libertà, della dignità, di ogni diritto.

Ci sono luoghi dove gli uomini si danno da fare per portare aiuti e conforto a chi se ne sta su quel nastro, senza sapere quando e se potrà scendere.

 

A Idomeni, sul confine tra la Grecia e la Macedonia, sono accampate 12mila persone che, scappate dalla guerra, sono bloccate da settimane a causa della chiusura delle frontiere lungo la rotta balcanica.

A Treviso, centinaia di persone hanno risposto all’appello dei ragazzi del centro sociale Django, portando vestiti, medicinali, tende, assorbenti e numerosi generi di prima necessità per i profughi accampati a Idomeni.

 

Partiranno domani, giovedì, da Treviso dieci ragazzi del Django, per portare in prima persona ai profughi il materiale donato dai trevigiani. Si imbarcheranno ad Ancona, raggiungeranno la costa greca e poi la tendopoli. “Abbiamo lanciato un appello una decina di giorni fa e il successo è stato inaspettato - spiega Nicola Vendraminetto, mentre indaffarato raccoglie i doni che continuano ad arrivare - Hanno risposto centinaia di persone, portandoci vestiti, medicinali, tende vecchie. Anche per quanto riguarda i partecipanti non ci aspettavamo un simile riscontro: l’iniziativa, promossa dalla rete dei centri sociali Nord Est, era partita con l’idea di coinvolgere una cinquantina di persone. Invece domani saremo in 300 da tutto il Nordest: cittadini che hanno voglia di dare una mano, medici, avvocati esperti di diritti umani. Porteremo un supporto medico, legale, oltre che un sostegno ludico per i bambini, e pratico per le famiglie. Allestiremo infatti due gazebo, di quelli solidi, rialzati: in uno organizzeremo giochi per i più piccoli, in modo che riescano a distrarsi, nell’altro forniremo corrente elettrica, per far sì che i migranti possano ricaricare il cellulare”. “Uno dei grossi problemi per queste persone è la comunicazione - precisa Nicola - perdersi durante la tratta è un grosso rischio per le famiglie. E non sapere dov’è il proprio figlio, il proprio marito, crea il panico”.

 

Gli aiuti che i ragazzi di Treviso porteranno a Idomeni sono solo una tappa nella staffetta solidale che il Django sta percorrendo. Una battaglia nella lotta contro l’innalzamento di unitili e deleterie frontiere. Contro un’Europa che sta smantellando il diritto al movimento, alla fuga dalla guerra, alla vita.

Gli accordi tra la Ue e la Turchia entrati in vigore lo scorso 20 marzo, che prevedono che tutti i migranti arrivati illegalmente in Grecia a partire da quella data siano rimandati in Turchia, sta scatenando numerose proteste a Idonemi. Ultima quella di ieri, quando due profughi si sono dati fuoco “disposti a morire piuttosto che tornare indietro”. Ma questo è solo uno degli esempi di come l’Europa stia prendendo decisioni assurde e di come a farne le conseguenze siano uomini, donne, bambini innocenti. Che vengono bloccati, sotto la pioggia, costretti a soffrire la fame, il freddo, a perdere la dignità. Anche al Brennero per dopo Pasqua è previsto l’innalzamento di una barriera: la reintroduzione dei controlli di frontiera, per i quali saranno allestite recinzioni, container, corsie di controllo. E anche al Brennero saranno presenti i ragazzi del Django di Treviso: “Domenica 3 aprile saremo lì a violare il confine italo-austriaco e impedire che siano realizzati dispositivi che ostacolino la libera circolazione delle persone- si legge sull’invito su Facebook, aperto a tutti - Lo faremo in tanti e tante, attraverso una manifestazione popolare, che partirà dalla stazione dei treni del Brennero e arriverà in Austria, senza chiedere autorizzazioni e rifiutando qualsiasi dispositivo di controllo individuale e collettivo, poiché quel confine non ha alcuna legittimità”.

 

Nicola e gli altri ragazzi che partiranno domani da Treviso racconteranno la loro esperienza venerdì 1 aprile, al centro Django, intorno alle 21 in un incontro aperto al pubblico. Dove si ricorderà l’appuntamento del 3 marzo per una marcia contro l'innalzamento di inesistenti e pericolosi confini. “L’Europa che vogliamo costruire non prevede né muri né barriere - spiegano i ragazzi - e solo la resistenza di corpi mobili e desideranti può demolire le passioni tristi dell’odio razziale e degli egoismi nazionalisti.”

 


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Stefania De Bastiani

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