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27 novembre 2024

Vittorio Veneto

Derivati, Da Re: «Terrorismo politico delle minoranze»

Per il sindaco a rischio default non è il comune, ma lo Stato

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Derivati, Da Re: «Terrorismo politico delle minoranze»

VITTORIO VENETO - «Basta al terrorismo politico messo in piedi dalle minoranze, Pd e PdL, in merito alla rimodulazione del debito del comune. Nessun rischio default per il comune, il vero default è per il governo Monti». E’ il sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, a intervenire oggi sulla questione derivati e sull’allarme lanciato dal consigliere Giorgio De Bastiani martedì sera in sede di consiglio comunale.

 

«Il vero default – sostiene Da Re - lo sta facendo il governo Monti sostenuto da Pd e Pdl, che in un anno ha aumentato il debito pubblico di 70 miliardi di euro e creato disoccupazione per 500 mila persone. Non contento sono stati chiesti a tutti i comuni italiani, fatto salvo il “Regno delle due Sicilie”, di applicare l’imposta Imu con il 50% allo Stato, e spazzolati i soldi dalle tesorerie comunali per oltre 10 miliardi di euro».

Il vero default lo sta facendo il governo Monti

Sei i milioni di euro che sono stati prelevati dal governo al comune di Vittorio Veneto. «Ma non basta – continua il sindaco -. A Vittorio Veneto nel 2012 lo Stato ha prelevato dalle buste paga dei dipendenti e dalle pensioni 85 milioni di euro, restituendo alla città 1 milione e 800 mila euro, pari ad una elemosina, 60 euro per abitante: questo è il vero default».

 

Insomma, per Da Re non sarebbe il comune a rischiare il default finanziario, così come denunciato dal consigliere Giorgio De Bastiani, ma il governo Monti. E sulla questione derivati, che il sindaco preferisce chiamare «rimodulazione del debito del comune», ritorna su quanto affermato dall’assessore al bilancio, Antonella Caldart. «Una rimodulazione del debito che il comune si è trovato ad affrontare nel 2005 a causa di una rinegoziazione dell’amministrazione Della Libera pari a 16,8 miliardi di vecchie lire, che allungò di altri 20 anni la vita dei 150 mutui dell’epoca».

 

Fino al 2015 il comune incamererà 6,2 milioni di euro – soldi con i quali ha già realizzato, ad esempio, le scuole primarie di San Giacomo e Forcal -, poi dal 2016 al 2024 dovrà rimborsare il prestito con un tasso intorno al 5%. «Nel 2016 l’indebitamento del comune non aumenterà, ma sarà lo stesso indebitamento che hanno lasciato loro (Pd e PdL ndr) nel 1999. Però con le opere realizzate che altri non hanno fatto» afferma Da Re.

 

Per il sindaco il derivato sottoscritto è sicuro visto che ha anche avuto parere favorevole dalla Corte dei Conti a cui è stata inviata copia dell’operazione. «Quanto alla cifra di 8 milioni del  mark to market - conclude il sindaco - questa non ha alcun significato in quanto esprime l’importo che il comune sarebbe chiamato a pagare se chiudesse l’operazione prima della scadenza, e non è il nostro caso, avendo il comune incassato già 4,5 milioni di euro».

 


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