Dieci anni fa la tragedia del Molinetto della Croda
Le immagini di quel giorno
REFRONTOLO - Il 2 agosto 2014 rimarrà per sempre impresso nella memoria della comunità di Refrontolo e dell'intera provincia di Treviso. In quella fatidica sera, una violenta bomba d'acqua si abbatté sulla zona, causando una delle più gravi tragedie nella storia recente del nostro territorio.
La notte del disastro
Erano le ore che precedevano la mezzanotte quando il torrente Lierza, ingrossato dalle piogge torrenziali, tracimò con una forza devastante. L'acqua travolse il tendone dove si stava svolgendo la "Festa degli Omeni", un evento locale organizzato nei pressi del pittoresco Molinetto della Croda.
In pochi istanti, la furia dell'acqua spazzò via persone, strutture e automobili, lasciando dietro di sé morte e distruzione. Il bilancio fu tragico: quattro vittime e una ventina di feriti.
Le vittime
Persero la vita quattro uomini, tutti residenti nella zona:
- Maurizio Lot, 50 anni, collaboratore della Pro Loco di Refrontolo
- Luciano Stella, 50 anni, gommista di Pieve di Soligo
- Giannino Breda, 60 anni, di Falzè di Piave
- Fabrizio Bortolin, 48 anni, di Santa Lucia di Piave
Il Molinetto della Croda
Il luogo della tragedia, il Molinetto della Croda, è un antico mulino ad acqua, raro esempio di architettura rurale del '600 ancora funzionante. Situato in una suggestiva forra ai piedi di una cascata, il mulino è da sempre un punto di attrazione turistica e culturale della zona.
La struttura aveva già superato due disastri naturali simili nel 1941 e nel 1953, ma l'evento del 2014 ha segnato profondamente la sua storia e quella della comunità circostante.
Il ricordo e la giustizia
Ogni anno, la comunità di Refrontolo si riunisce per commemorare le vittime e riflettere su quella tragica notte. Il processo legale che ne è seguito ha visto l'assoluzione degli imputati sia in primo grado che in appello, con la perizia che ha attribuito il disastro a precipitazioni imprevedibili.
L'importanza della prevenzione
La tragedia del Molinetto della Croda rimane un monito sull'importanza della prevenzione e della gestione del rischio idrogeologico. Mentre ricordiamo le vittime, è fondamentale continuare a lavorare per migliorare i sistemi di allerta e la sicurezza del territorio, affinché eventi così devastanti non si ripetano mai più.
A dieci anni di distanza, il ricordo di quella notte continua a vivere nei cuori dei trevigiani, un promemoria della forza della natura e della fragilità della vita umana.