ASOLO – Uccisi dall’indifferenza e dalla crudeltà! Si può riassumere così la fine di due cagnolini di pochi giorni di vita (avevano ancora il cordone ombelicale) che una volontaria dell’Enpa ha trovato agonizzanti in un fosso ad Asolo: vicino a loro i corpicini senza vita dei fratellini affogati. La speranza che almeno a queste due bestiole fosse andata meglio aveva animato anche molti nostri lettori ma purtroppo non è andata così.

Se l’aver annegato dei cuccioli è già un comportamento incommentabile, il fatto che molte persone siano passate senza intervenire, indifferenti alle richieste di aiuto dei piccoli, che guaivano disperati, è ancor più disarmante. Sull’accaduto l’Enpa ha divulgato una nota: “I due cuccioletti recuperati nel fosso sono morti. Le cure amorevoli dei volontari e la mamma balia trovata subito, non sono bastati. Le ragioni possono essere mille: troppo deboli, il trauma dell'acqua ghiacciata in cui sono rimasti per chissà quante ore, una possibile botta quando sono stati lanciati”.

Quindi l’Enpa conclude: “Eravamo consapevoli della loro fragilità ma ci speravamo tanto... Abbiamo fatto il possibile per far fronte a questo brutto gesto compiuto da chi, in modo vile, resta nascosto nell'anonimato di un reato. L'uccisione di un animale di affezione è un reato sancito dal Codice Penale nell'articolo 544 bis: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma è difficile accettare la loro scomparsa”.