Emergenza paesaggio
A Susegana un incontro tra i comitati veneti e toscani a difesa del territorio. Con una presenza d’eccezione: Andrea Zanzotto
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“L’eredità del Veneto è stata oltraggiata. E oggi ci troviamo di fronte a delle geografie negate. A una perdita di geograficità anche interiore”. Si è aperto con una diagnosi impietosa (ma necessaria) il convegno sul “rischio-paesaggi”, ambientato nel castello dei Collalto a Susegana. Convegno che ha visto, per la prima volta, riuniti i comitati di tutela del paesaggio del Triveneto e della Toscana oltre che i rappresentanti di numerose organizzazioni di salvaguardia del territorio, come il Fai.
Ad aprire i lavori parlando appunto di geografia negata è stato Mauro Varotto del dipartimento di Geografia dell’università di Padova, che sottolineando come l’emergenza paesaggio – soprattutto in Veneto – sia arrivata a livelli preoccupanti ha puntato il dito contro regione e istituzioni, le quali finora non hanno saputo attuare una politica adeguata al rischio deturpazione e depauperamento dell’ambiente. “Il Veneto – ha detto Varotto – è arrivato a una progressiva saturazione degli spazi fisici. L’edificazione è a livelli doppi rispetto alla media nazionale e anche la densità abitativa è superiore a quella di molte regioni italiane (in Veneto vi è una media di 250 abitanti per chilometro quadrato. In Toscana la media è di 150 abitanti per chilometro quadrato).” Secondo Varotto a trasfigurare il territorio è stato il passaggio, avvenuto soprattutto negli ultimi vent’anni, dalla solidarietà alla competizione. La tendenza sociologica, sul fronte ambientale, ha portato alla devastazione, alla creazione delle cosiddette stealth-houses, cioè agglomerati abitativi arroccati, disgiunti dal territorio visto nel suo complesso. “Urbanisticamente – ha detto Varotto siamo tornati a un medievalismo che non prevede un’urbanistica partecipata.”
E contro un’urbanizzazione “buia”, poco trasparente del territorio negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i comitati di tutela del paesaggio (solo nel Veneto ne sono sorti almeno due per ogni comune).
Tra i molti interventi che si sono susseguiti al convegno e che hanno avuto lo scopo di creare un collegamento tra i movimenti e comitati veneti e toscani a tutela del paesaggio, grande commozione ha suscitato quello di Andrea Zanzotto che ha evidenziato la necessità di ridurre “la spinta alla cementificazione del paesaggio”, di continuare una battaglia a favore dell’ambiente da cui non può prescindere la sopravvivenza dell’uomo.