Ex Cave di Marocco: «Nell'area un "parco delle Biodiversità"»
Favaro (Comitato ex Cave): «Il nostro obiettivo è di garantire il rispetto di una fascia di 50 metri di conterminazione coi bacini di cava e una continuità paesaggistica con l’area a Nord»
| Redazione |
MOGLIANO - La scorsa settimana Massimo Colomban, titolare della Quaternario Spa, ha promosso relativa il ricorso al TAR nei confronti dell’Amministrazione comunale di Mogliano Veneto per le mancate autorizzazioni al più recente dei progetti presentati e finalizzati a edificare nell’area delle Cave di Marocco di sua proprietà.
Spiega Paolo Favero del comitato a difesa delle ex Cave: «Non abbiamo informazioni dall’Amministrazione comunale su come stiano le cose. Ma riteniamo utile riconfermare la nostra posizione.
Confidiamo sia effettiva, come riportato dalla stampa, l’opposizione dell’Amministrazione al progetto di 98.000 metri cubi della Quaternario, e speriamo rimanga tale visto che da anni noi peroriamo sulla medesima area la creazione di un “Parco della biodiversità” a tutela dell’unica area a valenza naturalistica rimasta nel territorio comunale».
Favaro continua: «Dal 2004 abbiamo interagito con le diverse amministrazioni cercando con loro e la proprietà un dialogo che portasse a un accordo tale da autorizzare un qualche diritto edificatorio e al contempo la stipula di una convenzione per addivenire a un utilizzo pubblico dell’ambiente venutosi a creare attorno alle cave senili.
Il nostro obiettivo è di garantire il rispetto di una fascia di 50 metri di conterminazione coi bacini di cava e una continuità paesaggistica con l’area a Nord (proprietà Marchesi) e coi giardini delle Ville Venete sul Terraglio».
E conclude: «Saremo al fianco dell’Amministrazione se questa dimostrerà attenzione al lavoro che abbiamo prodotto in questi 12 anni di vita come Comitato, e siamo disposti a fornire tutto l’appoggio necessario a un’iniziativa che finalmente definisca il destino di un’area così preziosa e sulla quale la proprietà non può dimenticare la sentenza del Consiglio di Stato che la identifica come area agricola, e la definizione della stessa, nel PTCP della Provincia di Treviso (approvato nel 2012) che la indica come destinata alla creazione di un Parco Urbano Rurale avente le caratteristiche di quello dello Storga sorto in comune di Treviso».