"Facciamo Pallavolo ma siamo una media azienda, il governo deve prevedere dei ristori"
Il dirigente Antonio Buso e il capitano Riccardo Scaltriti (Hrk Pallavolo Motta): "Lo sport unico introito per tante famiglie. Il credito d'imposta è la soluzione a buona parte di questi problemi".
| Angelo Giordano |
Antonio Buso
MOTTA DI LIVENZA - I club appartenenti alle categorie di Lega Pro, Lega Basket Serie A, LNP, Lega Pallavolo Serie A e Lega Pallavolo Femminile sono in stato di agitazione. Un terzo di questi si trova sull'orlo del baratro non avendo beneficiato di alcun tipo di aiuto pubblico.
E si sono riuniti nel “Comitato 4.0” perché continuare così significherebbe per decine di società - ad oggi 77 - rischiare di dover chiudere i battenti. Nel gruppo anche l'Hrk Pallavolo Motta, società che milita in Serie A3.
Riccardo Scaltriti, capitano biancoverde: «Tantissime persone trovano nello sport l'unica fonte di profitto per poter vivere e prendersi cura delle proprie famiglie. Come non citare, poi, tutte quelle persone volontarie che per far sopravvivere il movimento rinunciano a tanto tempo ed energie da poter spendere con i propri cari, senza ricevere nulla in cambio.
Qui c’è gente che ha fatto di tutto per esserci, nonostante la mancanza di ausilio da parte del governo. È ora di ricevere un segnale forte e chiaro, prima che sia troppo tardi».
Il vicepresidente Antonio Buso (nella foto): «Molti sponsor sono in imbarazzo. La continua attesa del decreto attuativo riguardante il credito d'imposta sulle sponsorizzazioni li blocca sugli importi che sono disposti a dedicarci.
Il credito d'imposta è la soluzione a buona parte di questi problemi legati alla ricerca sponsor. Al governo, tramite il comitato 4.0 è stato richiesto di poter permettere alle società di accedere ad un credito sportivo, ovviamente non a fondo perduto, ma solo garantito dallo stato e rimborsabile in un periodo di tempo accettabile, per coprire i mancati incassi legati all'emergenza».
E conclude: «In questo momento in particolare noi stiamo vivendo sulla nostra pelle i costi della gestione del covid "in casa". Da quando si è presentata la prima positività all'interno del nostro gruppo squadra, circa 15 giorni fa, abbiamo fatto oltre 100 tamponi in totale tra antigienici rapidi (quelli che fa la Regione nei Drive-In) e molecolari. Con costi immaginabili.
Tanti ci dicono di sospendere tutto, ma è sbagliato: è sbagliato perché il pubblico non sa che grazie a società professionistiche come la nostra vivono decine di persone che non hanno altre entrate se non il loro sport: gli atleti, gli allenatori, fisioterapisti, preparatori atletici. Non siamo un'associazione sportiva. Siamo una media azienda, con fatturati e costi importanti che dà da vivere a decine di persone».