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24 novembre 2024

Castelfranco

Finalmente libera Ilaria De Rosa, la hostess di Resana arrestata in Arabia Saudita

È già in volo per l’Italia e nel primo pomeriggio sbarcherà a Roma

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Ilaria De Rosa

RESANA – Una notizia che a Resana si attendeva con ansia: Ilaria De Rosa finalmente è stata liberata! Parenti e amici possono tirare un sospiro di sollievo e a breve potranno riabbracciare la giovane hostess, dopo la sua detenzione in Arabia Saudita. In queste ore, infatti, è in volo per Roma dove arriverà nel pomeriggio, roco prima delle 14. La notizia arriva dal senatore Pierantonio Zanettin che ha seguito da vicino la vicenda della giovane trevigiana. "Mi hanno appena informato che Ilaria De Rosa, la giovane assistente di volo di Resana arrestata in Arabia Saudita nel maggio scorso, è stata espulsa ed imbarcata sul volo Gedda-Roma della Saudia Airlines, con arrivo a Roma alle 13.40 locali – afferma il senatore che conclude -. Complimenti sinceri al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha seguito personalmente la delicata vicenda, ed al personale della Farnesina, che anche stavolta ha operato con la consueta professionalità ed efficienza".

Professatasi innocente da subito e durante tutti questi mesi, Ilaria era stata arresta durante una festa in una villa privata a Jeddah, con altre 7 persone: solo dopo giorni interminabili di detenzione le era stato contestato il reato di detenzione di sostanze stupefacenti, nello specifico uno spinello nascosto nella biancheria intima. A nulla, in fase processuale, erano valse le tesi della difesa secondo cui l’assistente di volo non avrebbe mai potuto far uso di droga poiché sottoposta con regolarità a test tossicologici dalla compagnia aerea lituana Avion Express per cui lavorava. A confermare la sua tesi altri due imputati che avevano testimoniato che Ilaria era completamente estranea alle accuse mossegli. Ciò nonostante il tribunale l’aveva condannata, pure se con una pena lieve di pochi mesi, rispetto alle condanne solitamente pronunciate in Arabia Saudita.



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