FRANE NELL'ALTA MARCA. PIAVE E LIVENZA, TORNA L'INCUBO
Sfollate cinquanta famiglie tra Ponte di Piave, Salgareda, Zenson di Piave e San Biagio di Callalta
CISON DI VALMARINO / VALDOBBIADENE / MOTTA / PONTE DI PIAVE / SAN BIAGIO - Giornata da bollino rosso per il maltempo per la Protezione Civile della Provincia di Treviso. I fronti di attività sono sostanzialmente gli stessi delle giornate attorno al 1 novembre - cioé le frane in alcuni centri della fascia pedemontana e l'ingrossamento dei fiumi Piave e Livenza - ma con delle varianti che rendono imprevedibili le evoluzioni delle diverse situazioni.
Per quanto riguarda l'instabilità dei versanti collinari, la scorsa notte è stata necessaria l'asportazione di un quantitativo di fango sufficiente a riempire trenta autocarri per lo sgombero di strade provinciali nella zona di Cison di Valmarino. La viabilità ora è ripristinata, con l'eccezione di quella che collega il capoluogo con la frazione di Rolle, ancora isolata a causa di tre voluminosi smottamenti.
Un altro slittamento terroso che preoccupa è quello di Valdobbiadene. La frana, che si era già messa in movimento con le precipitazioni dello scorso autunno, nelle ultime ore è scesa a valle di una trentina di centimetri, spostando il muro perimetrale del cimitero in località Santo Stefano e corrugando sensibilmente una piantagione di vitigno Prosecco.
I fiumi monitorati sono, come 55 giorni fa, quelli più orientali. Relativamente al Piave è stata disposta l'evacuazione delle case golenali - una cinquantina di immobili - disseminate fra i comuni di Ponte di Piave, Salgareda, Zenson di Piave e San Biagio di Callalta. In queste ore i residenti stanno mettendo in sicurezza beni e suppellettili e quindi dovranno momentaneamente trasferirsi in luoghi più sicuri.
Il Livenza, a Motta, ora è a 4,30 metri al di sopra dello zero idrografico, ma sta crescendo alla velocità di circa 15 centimetri l'ora. Si calcola che la prossima notte potrebbe raggiungere il livello massimo di sei metri sopra lo zero, ancora lontano dai 7,84 metri del 1 novembre ma con alcune nuove incognite legate a contesti meteorologici non così rilevanti il mese scorso. Vale a dire un perdurante vento di scirocco, che limita la ricettività dell'alto Adriatico, e temperature straordinariamente elevate rispetto alla media stagionale.
"Quello che temiamo - ha detto l'assessore provinciale alla Protezione Civile di Treviso, Mirco Lorenzon - è che le nevicate della scorsa settimana si possano sciogliere precocemente, visto che lo zero termico attualmente è intorno ai 2 mila metri. In più - ha proseguito - il suolo è ancora intriso delle precipitazioni di novembre e quindi assorbe molto poco".
Per il momento, tuttavia, non sono previste evacuazioni di case di riposo ed ospedali, come avvenuto in novembre, e, a meno di gravi eventi imprevisti, l'allarme dovrebbe rientrare domattina.