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27 novembre 2024

Esteri

Il governo Johnson perde pezzi: si dimettono i ministri di Finanze e Salute

In aperta critica alla gestione del primo ministro

| Roberto Silvestrin |

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Il governo Johnson perde pezzi: si dimettono i ministri di Finanze e Salute

MONDO - Sale la tensione politica in Gran Bretagna, il governo di Boris Johnson perde pezzi. Il ministro delle Finanze Rishi Sunak e quello della salute Sajid Javid si sono dimessi in aperta critica alla gestione del primo ministro conservatore. "Il pubblico si aspetta giustamente che il governo sia condotto in maniera propria, competente e seria. Penso che valga la pena battersi per questi standard ed è per questo che mi dimetto", ha detto Sunak. Ancora più duro il suo collega della Salute. I britannici "si aspettano integrità dal loro governo", ma ora gli elettori ritengono che l'amministrazione Johnson non sia competente, "né agisca nell'interesse della nazione", ha affermato.

 

Le nuove nomine

Johnson ha nomina Steve Barclay ministro della Salute. A quanto riporta il Guardian, in una breve lettera a Javid, Johnson si è detto "molto dispiaciuto" per le dimissioni, riconoscendo all'ex ministro di aver servito bene il governo e il popolo del Regno Unito e assicurando che verranno portati avanti i suoi progetti sul servizio sanitario. "Ci mancherai molto", ha scritto il premier. Nadhim Zahawi è invece il nuovo cancelliere dello Scacchiere. Zahawi lascerà dunque il suo incarico da ministro dell'Istruzione, nel quale subentrerà Michelle Donelan, già ministro dell'Università, come comunicato da Downing Street.

 

Cosa è successo

Le clamorose dimissioni di due importanti ministri, arrivano dopo che il premier è stato costretto ad umilianti scuse sulla gestione del caso di Chris Pincher, il vice capogruppo conservatore rimosso dopo che era stato denunciato per aver palpeggiato due uomini in uno storico club di Londra. Johnson ha detto di aver nominato Pincher nel suo incarico dopo essersi "dimenticato" di aver già ricevuto nel 2019 lamentele sul suo comportamento non appropriato. "Penso sia stato un errore e mi scuso", ha detto il premier, che già si era dovuto scusare pubblicamente per il partygate, lo scandalo delle feste a Downing street durante il lockdown per il covid. Ai primi di giugno Johnson è sopravvissuto ad un voto di sfiducia fra i deputati del suo partito conservatore, ma il 41% ha votato contro di lui, minando la sua autorità. La perdita di due seggi alle suppletive in giugno ha poi portato alle dimissioni del presidente del partito, Oliver Dowden. Le dimissioni di Javid, che in passato si era candidato alla leadership dei conservatori, e di Sunak, considerato un possibile successore di Johnson, mettono ora ulteriormente in pericolo la posizione del premier, che finora ha escluso sue dimissioni. Le polemiche dimissioni di Javid e Sunak, che appaiono coordinate, hanno scatenato una ridda di illazioni sui chi potranno essere i prossimi ad andar via. Fonti citate dai media, affermano che ministri chiave come Liz Truss (Esteri), Ben Wallace (Difesa) Dominic Raab (vice premier e titolare della Giustizia), e Priti Patel (Interni) intendono rimanere ai loro posti. La ministra della Cultura, Culture Nadine Dorries ha twittato di essere al 100% con Johnson. Ma intanto il vice capo del partito conservatore, Bin Afolami, ha annunciato le sue dimissioni in diretta tv. E ha sbattuto la porta anche l'inviato per il commercio in Marocco, Andrew Murrison.

 



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