"Ius Veneti": Poenta, prosecco e bandiere - La nuova frontiera dell'Identità veneta
Il consigliere leghista Pan propone una "cittadinanza culturale" veneta
Il Veneto si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia millenaria, questa volta non con l'inchiostro della Serenissima, ma con il sapore della polenta e l'aroma del Prosecco. Il consigliere regionale leghista Giuseppe Pan (in foto) ha depositato in Consiglio un progetto di legge che fa discutere: lo "Ius Veneti", una forma di "cittadinanza culturale" che promette di trasformare chiunque in un vero veneto doc... o forse docg?
L'iniziativa, presentata con la solennità di chi sta per riscrivere il Codice di Napoleone, mira a valorizzare e tutelare l'identità culturale, storica e linguistica del Veneto. Pan, con l'entusiasmo di un sommelier davanti a una bottiglia di Amarone, dichiara: "Lo Ius Veneti offre a chi desidera entrare a far parte della nostra comunità un percorso di conoscenza e rispetto della nostra cultura". Insomma, un'integrazione a base di spritz e baccalà mantecato.
Ma cosa prevede esattamente questo percorso di "venetizzazione"? Innanzitutto, l'insegnamento della storia della Repubblica Serenissima, perché evidentemente conoscere Giulio Cesare e Garibaldi non basta più. Poi, la promozione della lingua veneta, perché saper dire "ciao" e "grazie" in italiano è troppo mainstream. E non dimentichiamoci dei simboli identitari, come la bandiera di San Marco, descritta da Pan come un "vessillo di libertà e autonomia". Chissà se bisognerà anche imparare a issarla correttamente per ottenere la patente di vero veneto.
La parte più succulenta (letteralmente) del progetto riguarda la valorizzazione della cultura enogastronomica. Preparatevi a corsi intensivi su "poenta e figadei", "risi e bisi" e l'arte del baccalà mantecato. Chi l'avrebbe mai detto che per sentirsi parte di una comunità bisognasse prima passare per la cucina?
Ma non è finita qui. Pan sogna in grande: "Con questa legge vogliamo anche sostenere tutte quelle iniziative che mirano a diffondere la conoscenza della cultura veneta, dalle scuole alle università fino agli eventi pubblici". Immaginiamoci già corsi universitari di "Spritzologia applicata".
Tuttavia, non tutti sembrano convinti dell'utilità pratica di questo "Ius Veneti". Alcuni si chiedono ironicamente cosa se ne possa fare una persona di questa nuova "cittadinanza culturale". Forse servirà per ottenere sconti nei bacari?
C'è addirittura chi rilancia, proponendo uno "Ius Treviso". La prova d'esame? Preparare una Pinza e distinguere un prosecco DOC da un DOCG. Perché evidentemente, in Veneto, l'integrazione passa anche per le papille gustative.
Scherzi a parte, il progetto solleva questioni serie sull'identità regionale e l'integrazione in un'Italia sempre più multiculturale. Mentre Pan è "certo che il Consiglio Regionale capirà l'importanza di questo progetto di legge", resta da vedere se questa forma di "cittadinanza culturale" sarà davvero la chiave per una "società più coesa, consapevole e orgogliosa della sua unicità", o se finirà per essere solo un'altra ricetta nel già ricco menu della burocrazia italiana.
In attesa che lo "Ius Veneti" diventi realtà, non ci resta che alzare i calici (rigorosamente di Prosecco) e brindare all'ennesima peculiarità di questa regione che non smette mai di sorprenderci. Che sia DOC o DOCG, l'importante è che sia... Veneto!
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