'L'Argentina ferma una coppia di italiani con una bimba nata da maternità surrogata'
Media: 'Si stavano imbarcando all'aeroporto di Buenos Aires'
| Ansa |
PADOVA-ARGENTINA - Due cittadini italiani sono stati fermati all'aeroporto di Buenos Aires mentre cercavano di tornare in Italia con una neonata frutto di una gravidanza surrogata.
Lo riferisce oggi il quotidiano La Nacion senza rivelare l'identità della coppia di uomini che dopo il fermo, avvenuto venerdì scorso, ha ammesso alle autorità di aver concordato la gravidanza con una donna originaria della città di Rosario. Secondo l'accordo, la bambina, nata il 10 ottobre in una clinica della capitale argentina, sarebbe poi stata cresciuta in Italia dalla coppia.
"Si tratta di un caso molto difficile", ha detto un funzionario che lavora sulla questione, precisando che in Argentina "la materia non è regolamentata" e che "non è ancora chiaro di quale reato si tratti o chi sia il responsabile".
Nel mirino degli inquirenti tuttavia - riferisce la testata argentina - non sarebbero i due cittadini italiani, per i quali è stato comunque decretato il divieto di lasciare il Paese, né la madre della bambina. I tre sarebbero considerati piuttosto vittime di un'organizzazione che sfrutta le necessità di donne in situazione di estrema vulnerabilità e di persone che desiderano avere un figlio.
Dal 16 ottobre l'Italia considera la maternità surrogata come un reato universale, e la coppia fermata in Argentina rischia quindi l'apertura di un procedimento penale anche in patria.
La madre della bambina al centro del caso legato alla gestazione per altri che ha portato al fermo di due italiani in Argentina, tra cui un oncologo di Padova, è stata contattata su un gruppo di Facebook. Questa, a quanto si è appreso, l'indicazione fornita dalla stessa donna alla quale, sei mesi dopo l'inizio della gravidanza, sono stati pagati circa 5.500 euro (sei milioni di pesos). La donna ha inoltre raccontato che quando aveva 18 anni aveva già donato gli ovuli, così come altre ragazze del suo quartiere nella città di Rosario che partecipavano a trattamenti del genere in cambio di denaro. I due cittadini italiani sono stati fermati all'aeroporto di Buenos Aires Ezeiza mentre cercavano di tornare in Italia con una neonata frutto di una gpa. Un funzionario che lavora all'indagine ha riferito al quotidiano argentino La Nacion che la giustizia sta investigando in particolare sugli intermediari. Secondo le informazioni trapelate finora, l'organizzazione che ha assunto la giovane operava con un collegamento negli Stati Uniti e comunicava con la ragazza attraverso messaggi a tempo. Gli intermediari si sono occupati dei test clinici e delle cure e hanno stipulato un'assicurazione medica per circa un anno, affittando per la donna un appartamento nel ricco quartiere di Recoleta, nella capitale argentina, fino alla data del parto. La piccola è nata il 10 ottobre scorso presso il reparto di maternità della clinica svizzero-argentina della capitale.
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