Le pecore alpagote e sarde tra rive e vigneti

Allevamento, viticoltura e tecnologia: la ricetta di Katy per la felicità

| Sara Armellin |

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FREGONA - Quella di Viti Ovi Tec e della sua fondatrice Katy è una storia di scelte coraggiose, dettate da un’energia contagiosa, una visione imprenditoriale ampia e diversificata e un forte spinta alla ricerca della felicità: laureata in biotecnologie mediche, Katy ha 2 figli, 90 pecore, vigneti e un marito; e nel “tempo libero” è anche vice sindaco, Responsabile del Movimento Donne Impresa di Coldiretti, consigliera del Distretto del Cibo Gal Altamarca.

Un esempio concreto dell’assioma che, quando una persona fa quello che ama, è in grado di moltiplicare le forze all’ennesima potenza.

L’azienda agricola Viti Ovi Tec, come suggerisce il nome, ha 3 anime pulsanti: la viticoltura, che Katy pratica insieme al marito Manuel nel vigneto di famiglia sulle rive di Fregona, in località Osigo e Cappella Maggiore, dove coltivano in biologico uve glera, chardonnay, pinot grigio e pinot nero; gli ovini, nello specifico ben 90 capi tra Alpagote e Sarde che pascolano giorno e notte sui pendii del Cansiglio sotto lo sguardo vigile dei cani Allerta e Hugo; e la tecnologia, eredità del percorso di studio di Katy che, dopo dalla laurea in biotecnologie mediche e i 10 anni di ricercatrice al CRO di Aviano e in altri istituti in giro per l’Europa, ha fatto tesoro del fatto che la scienza, quella seria, attendibile e verificabile può essere un validissimo aiuto anche in agricoltura.

Pecore e vigne sono infatti monitorate con un’app, che non sostituisce però il pascolo quotidiano o la potatura manuale del vigneto: la tecnologia aiuta quando è ben utilizzata dal buon senso dell’uomo, in un’unione funzionale e ragionata. Così Katy, stivali e bastone, va ogni giorno al pascolo con le sue 60 pecore Alpagote, seguite dai fedeli Sage e Dream, Border Collie di cui è anche addestratrice.

Le 30 sarde, 29 femmine 1 artiete arrivati da poco in azienda, sono per il momento stanziali vicino alla stalla: devono prendere confidenza con i pendii e con il clima del Cansiglio. Le pecore le conosce tutte per nome – Talia, Olivia, Belen sono le sue preferite - e le monitora per sincronizzare la rimonta interna, che, se tutto va bene, verrà eseguita dal prode ariete Vasco in autunno, così da avere agnelli di razza Alpagota, presidio Slow Food, e buon latte, in primavera.

Già, perché da pochi mesi è anche ultimato un piccolo caseificio nel vecchio fienile di casa, dove Katy – fresca di studi all’Accademia Internazionale di Arte Casearia, produrrà anche yogurt, robiole e formaggi di pecora come PPL certificati Bio. La mungitura verrà eseguita in un apposito carro attrezzato con mungitrici elettriche, per non spostare il gregge dai pascoli: l’opera di pulizia che le pecore compiono è un infatti un prezioso aiuto anche alla comunità locale, che attende paziente per ospitare le fameliche ed efficientissime lavoratrici. E non scordiamo la lana: ogni anno la tosatura viene eseguita insieme alla comunità, in una festa che coinvolge anziani, adulti e bambini; per quanto nelle ultime primavere la festa non si sia svolta causa Covid.

Ma la pandemia ha permesso a Katy di affinare le idee sul versante tecnologico, di ultimare il caseificio e di pensare ai prossimi progetti, tra cui la ristrutturazione di un’ulteriore porzione di fienile per ottenere il negozio, per ora confinato in garage, e degli alloggi ad uso turistico.

La carne di agnello può essere prenotata, mentre il vino è acquistabile presso la sede dell’azienda: in attesa di poter assaggiare anche i formaggi che, viste le premesse, l’energia e l’impegno, non abbiamo dubbi saranno superlativi.

foto Renato Zanette e Sara Armellin

 

 

 

 



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