Via le Province, Muraro: "A Treviso non cambierà nulla"
Leonardo Muraro interviene dopo il voto di fiducia del Senato sul Decreto di legge Delrio che rivede i compiti delle Province
| Isabella Loschi |
TREVISO - Il presidente dell'Upi Veneto e presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, interviene dopo il voto di fiducia ottenuto in senato dal governo sul Decreto di legge Delrio che rivede i compiti delle Province in vista del loro superamento.
“Ne sto sentendo di tutti i colori sul futuro delle Province. Il decreto legge Delrio deve ancora passare alla Camera e solo allora avremo, me lo auguro, un'idea chiara e definitiva di quello che dovrebbe succedere – spiega Leonardo Muraro – Sino ad allora, saranno solo parole".
Stando all'attuale Ddl Delrio, la situazione sarebbe questa: "le Province in scadenza (nel nostro caso Rovigo, Verona e Padova) - spiega il presidente della provincia - vedranno le giunte rimanere in carica il al 31 dicembre 2014 con il presidente attuale che, dal giorno dopo la scadenza del mandato, assumerà la carica di commissario al posto del Consiglio, che decadrà. Entro il 30 settembre 2014, però, viene convocata l'assemblea dei sindaci per l'elezione del nuovo presidente della Provincia di secondo livello. Così, fino a fine anno, avremo in coabitazione: il presidente-commissario e la giunta da un lato e il nuovo consiglio provinciale che si occuperà dell’adeguamento dello statuto della nuova provincia. La stessa cosa accadrà anche a Belluno e Vicenza, Province che sono già commissariate e attualmente pure senza giunta e senza consiglio".
"Treviso, ricordiamolo, andrà in scadenza di mandato naturale ovvero nel 2016 – continua Muraro – dopo di che, subirà lo stesso processo delle altre 6 Province del Veneto già diventate ente di secondo livello. Alla fine, come diciamo ormai inascoltati, non cambierà praticamente nulla. Anzi, sì: toglieranno ai cittadini un livello di democrazia elettiva. E qui ormai abbiamo finito il fiato per i commenti".
"Discorso a parte infine per Venezia, la cui Provincia sarà interessata dalla creazione della nuova Città Metropolitana; anche in questo caso il presidente e la giunta attuale restano in carica per l’ordinaria amministrazione, ma viene attribuito ruolo centrale al sindaco del Comune capoluogo, che convoca subito la conferenza statutaria, indice le elezioni del consiglio metropolitano e diventa di diritto dal 1° gennaio 2015 sindaco metropolitano, subentrando al presidente. In questo caso, a governo di questo ente viene addirittura imposto il sindaco del capoluogo, senza neppure la possibilità di un'assemblea democratica”.