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01 dicembre 2024

Treviso

La Lega Nord conferma la fiducia a Muraro: tutti gli scenari per il futuro della Provincia

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

La Lega Nord conferma la fiducia a Muraro: tutti gli scenari per il futuro della Provincia

TREVISO-“Confermiamo che il mandato amministrativo non sarà interrotto da mozioni di sfiducia”. Non lasciano spazio a interpretazioni le dichiarazioni del capogruppo della Lega Nord in Consiglio Provinciale, Fabio Ceccato.

“Per il gruppo l’addio di Muraro ha costituito una perdita importante. Abbiamo auspicato che questo non avvenisse ma il Presidente ha comunque inteso intraprendere questo percorso. Ogni scelta va rispettata ma con tutte le conseguenze del caso. In Provincia tutti i nostri consiglieri sono rimasti con la Lega di Salvini, esprimendo rammarico per le diverse scelte compiute”, dice Ceccato, che argomenta la scelta di non dare seguito alla minacciata mozione di sfiducia, riflettendo su come nel contesto politico sia nella natura delle cose che nell’amministrazione di diversi enti possano esservi alleanze variabili, alleanze che in questo caso vedrebbero tosiani e leghisti alleati in Provincia e rivali in Regione.

Circa eventuali accordi tesi alla prosecuzione del mandato, per Ceccato “Ad oggi l’unica richiesta al Presidente Muraro riguarda la campagna elettorale: che sia fondata sulle proposte e i contenuti e non sul discredito dell’avversario, al fine di garantire quantomeno una pacifica convivenza. C’è da augurarsi che i candidati restino fedeli a questa promessa, giacché non c’è nessuna volontà di lasciare l’ente nelle mani di un commissario che traghetti la Provincia per un anno verso il nuovo assetto e che nel frattempo precluda una gestione politica efficace”.

Leonardo Muraro in un primo momento aveva smentito categoricamente la sua uscita dal Carroccio, dichiarando la sua preferenza per una prosecuzione del proprio mandato in Provincia sino al termine. All’atto della presentazione delle liste, l’insostenibilità di una situazione altamente conflittuale all’interno del partito avrebbe fatto optare il Presidente per una netta scelta di campo in favore dell’amico Flavio Tosi, per la cui lista principale risulta oggi candidato alle elezioni regionali del 31 maggio in qualità di capolista. Candidato a supporto del sindaco di Verona, ma con la lista Razza Piave, anche l’assessore provinciale Mirko Lorenzon.

Considerata la scelta della Lega Nord di non avanzare mozioni di sfiducia che, stando alla composizione della compagine consiliare e date le scelte politiche di Muraro, avrebbe ottenuto la quasi totalità se non l’unanimità del consenso assembleare, occorre ora vagliare gli scenari possibili, dal momento che sarà l’imminente tornata elettorale a definire se la scelta governista della Lega porterà ad una sopravvivenza dell’attuale amministrazione per un solo altro mese o per ancora un anno. La legge elettorale per le regionali dovrebbe lasciare circa 22 seggi alla sommatoria di forze politiche al di fuori della coalizione vincente, escludendo le coalizioni sotto il 5%. I sondaggi pubblicati in questi giorni prospettano una battaglia al fotofinish fra Alessandra Moretti e Luca Zaia, con quest’ultimo dato in vantaggio di alcuni punti. La coalizione di Tosi accederebbe, stando così le cose, ad un numero non particolarmente  elevato di seggi, e l’elezione nel solo collegio di Treviso sia di Muraro che di Lorenzon potrebbe risultare una combinazione sempre possibile, ma poco probabile. Qualora Leonardo Muraro fosse eletto in Consiglio Regionale, ai sensi dell’art. 8.1 lettera h della legge regionale 16\2012, si darebbe luogo ad una causa di incompatibilità e dovrebbe optare per il seggio appena conquistato o per la permanenza alla Presidenza della Giunta Provinciale. Analogo discorso per Lorenzon, la cui scelta per la Regione darebbe luogo ad un rimpasto di giunta laddove fosse eletto solo lui e non Muraro. Le dimissioni di Muraro dall’ente di stanza a Sant’Artemio, causerebbero lo scioglimento del Consiglio Provinciale, il commissariamento dell’ente e l’elezione di una nuova amministrazione secondo la riforma Delrio che, configurando le Province come enti di secondo livello, consegna l’elettorato attivo nelle sole mani degli amministratori comunali. Infine, nell’eventualità in cui Leonardo Muraro non risultasse eletto o optasse per la Provincia, il mandato proseguirebbe sino al 2016, trovando quindi, fra un anno, la sua fine naturale, a cui seguirebbe comunque la riorganizzazione dell’ente secondo le nuove norme.   

 


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