M5S, mozione di sfiducia al Governo: "Renzi e Boschi sono incompatibili con gli incarichi"
"La situazione soggettiva del presidente del Consiglio dei ministri e di altri ministri, alla luce dei nuovi fatti emersi, risulta sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi da essi ricoperti, non potendo l'Italia proseguire ad avere un governo le cui attività amministrative e normative, sono anche velatamente ravvisabili tra quelle riferite a interessi economici privati se non di persone legate da rapporti di varia natura a esponenti del governo stesso". E' quanto si legge in un passaggio della mozione di sfiducia al governo del M5S, che più volte chiama in causa l'operato del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi.
"Anche il solo sospetto che, attraverso la sua funzione di governo, il ministro Boschi abbia potuto influenzare l'andamento delle attività di Governo nella vicenda in questione - si legge ancora -, non ne consente la permanenza nel prosieguo dell’incarico".
"I fatti citati in premessa, e la loro inquietante concatenazione temporale - scrivono i 5 Stelle - gettano un’ombra sul ministro per i rapporti col Parlamento, esplicitamente chiamato in causa dal ministro Guidi, sulla sua funzione istituzionale con riguardo alla cura e alla salvaguardia degli interessi pubblici, del principio generale di assoluta imparzialità, nonché della necessità di tutelare il rispetto delle procedure e delle leggi in tutte le forme, come espressamente previsto dalla Costituzione".
"Con particolare riferimento al presidente del Consiglio dei ministri, che ha parimenti difeso la necessità politica del progetto Tempa Rossa e, conseguentemente, della norma che ne ha agevolato l'iter, è evidente come la responsabilità politica e amministrativa del vertice del Governo non possa limitarsi a tale assunto", continua il testo.
Renzi, scrivono i grillini, "è infatti il supremo rappresentante del governo stesso e deve dunque assicurare il rispetto delle leggi e delle procedure e il rispetto del principio di trasparenza degli atti e delle decisioni. Egli deve curare che le norme siano redatte correttamente, assicurando il giusto contemperamento tra gli interessi, a cominciare dall'interesse dei cittadini ad un ambiente sano e al corretto uso dei fondi pubblici. Egli deve soprattutto assicurare che non vi siano ambiti - nell'ambito degli uffici del governo che dirige - in cui possano aver luogo manovre o trattative come quella emersa dalle indagini e dalle inchieste giornalistiche".
"Egli deve assicurare, infine, che le decisioni assunte non consentano alcuno spazio alle illegalità. Da quanto emerge, ciò non è avvenuto per la vicenda di cui in premessa", accusano i 5 Stelle.
"Si tratta quindi - quantomeno - di una responsabilità per condotta gravemente omissiva, stante l'assenza di tempestivi provvedimenti governativi - generali ed astratti - volti a mettere in sicurezza, ex ante, il sistema Paese dagli esiti perniciosi della commistione di interessi pubblici e privati, che anzi sembra prosperare proprio negli ambiti che dovrebbero prevenirla", si legge ancora nella mozione di sfiducia del M5S al Governo.
"Dall'altro lato - secondo i grillini - si configura comunque una palese responsabilità politica in vigilando, da parte del presidente del Consiglio e dei ministri competenti nelle scelte in questione".
"In perfetta coerenza con l'attività governativa enunciata risulta, inoltre, la palese - oltreché illecita - volontà di sabotare politicamente il referendum abrogativo del 17 aprile 2016, concernente le operazioni di estrazione, produzione e stoccaggio di idrocarburi; visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia nel confronti del governo", sottolinea la mozione.