Macron: siamo pronti a morire. E per la Germania dobbiamo prepararci alla guerra
Venti di guerra in europa
In occasione delle celebrazioni per gli 80 anni dello Sbarco in Normandia, il presidente francese Emmanuel Macron ha pronunciato parole cariche di significato, facendo pericolosamente eco all'attualità e ai rischi di un'escalation militare in Ucraina.
Rendendo omaggio al valore degli "eroi" caduti a Plumelec, il primo soldato francese dello Sbarco, Macron ha dichiarato: "So che il nostro Paese ha una gioventù coraggiosa, valorosa, pronta allo stesso spirito di sacrificio dei suoi antenati".
Rivolgendosi alle unità di élite presenti, il presidente ha aggiunto: "I pericoli aumentano, ma voi ci ricordate che siamo pronti agli stessi sacrifici per difendere quello che abbiamo di più caro: la nostra terra di Francia e i nostri valori repubblicani".
La guerra in Ucraina getta un'ombra sull'omaggio storico. Alla cerimonia di Omaha Beach, in Normandia, saranno presenti anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che venerdì prenderà la parola davanti all'Assemblea nazionale francese.
Per Macron, che avrà accanto a sé tra gli altri anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente italiano Sergio Mattarella, la cerimonia di giovedì - a cui la Russia è stata esclusa - è l'occasione per cercare consensi al suo progetto di "coalizione" di istruttori militari europei da inviare in Ucraina.
Le parole di Macron, cariche di richiami al passato e al presente, sottolineano la determinazione della Francia e dei suoi alleati nel difendere i valori di libertà e democrazia, anche di fronte alle nuove minacce che incombono sull'Europa.
La Germania si prepara alla guerra: "Dobbiamo essere pronti entro il 2029"
La Germania sta facendo passi da gigante per prepararsi a un possibile conflitto militare, con l'obiettivo di essere pronta entro il 2029. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, intervenendo davanti al Bundestag, il Parlamento della Germania.
"Vladimir Putin non si fermerà all'Ucraina e quindi dobbiamo essere in grado entro il 2029 di affrontare una guerra", ha affermato Pistorius, sottolineando la necessità di avere "personale, materiale e finanze" per difendersi. "In uno scenario serio abbiamo bisogno di donne e uomini in grado di difendersi e che possano difendere questo Paese", ha spiegato, aggiungendo che "dobbiamo fare deterrenza per evitare che si arrivi al peggio".
Per raggiungere questo obiettivo, il ministro ha annunciato tre pilastri della difesa: un maggior numero di soldati, più armi e maggiori risorse per il comparto. "Perciò ritengo necessarie nuove forme di servizio militare e presenterò presto delle proposte" anche per quanto riguarda le forme di obbligatorietà.
Già a novembre, Pistorius aveva proclamato la "capacità bellica" o l'essere "pronti alla guerra" (Kriegstüchtigkeit) come la "massima" da seguire operativamente nella politica di difesa tedesca. Proprio oggi, il governo di Berlino ha approvato una nuova strategia di difesa in caso di crisi e conflitti che include "le misure e le strutture necessarie per garantire l'indipendenza e la sovranità della Germania".
Le linee guida assicurano che tutti i principali attori – dalle forze armate alle organizzazioni di soccorso, fino alle autorità di protezione civile – possano svolgere i loro ruoli in tempi di crisi. "Puntiamo sulla sicurezza integrata. Tutti i livelli statali devono collaborare strettamente", ha detto la ministra dell'Interno Nancy Faeser.
"Abbiamo strettamente intrecciato la difesa militare e civile", ha sottolineato Pistorius, facendo riferimento a "un'aggravata situazione di minaccia: nel cyberspazio, con droni sopra le proprietà delle forze armate, campagne di disinformazione e sabotaggio classico". Un "piano operativo per la Germania" attualmente in fase di elaborazione dovrebbe stabilire "chi deve assumere quale compito in quale scenario di crisi".
Intanto, la Russia continua a minacciare. Gli ultimi strali del Cremlino sono stati contro la Svizzera, il Paese che ospiterà la conferenza di pace il 15 e 16 giugno. "La Svizzera sta abbandonando la sua tradizionale politica di neutralità", ha denunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che il Partito popolare svizzero di maggioranza aveva messo le mani avanti sottolineando che la conferenza di pace sul Burgenstock è un passo unilaterale.
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