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15 agosto 2024

Treviso

Montebelluna, Oderzo e referendum: la roadmap di Scelta Civica

Scattaretico: «Aggregare le forze liberalpopolari in vista delle politiche»

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

Montebelluna, Oderzo e referendum: la roadmap di Scelta Civica

TREVISO- Era la fine del 2012 quando l’allora Presidente dimissionario, Mario Monti dichiarò la sua volontà di salire in campo per correre alle imminenti elezioni politiche e rivoluzionare lo scenario italiano. L’esperienza della coalizione centrista non portò i risultati sperati ma, complice l’exploit grillino contribuì ad aprire la stagione delle larghe intese e delle riforme bipartizan. Il resto è storia recente. Quell’8,3% di elettori che non si identificavano nei rigidi schemi del bipolarismo, complice liti fra la corrente liberale e quella cattolica e fra chi si sentiva complementare e chi invece alternativo ad uno scenario di centro-sinistra, ha finito per divenire terreno di conquista per un Matteo Renzi che sapeva di novità, fino al famoso 40,8% delle europee 2014. E Scelta Civica? Dismesso il loden montiano e dopo il mediocre periodo della gestione del ministro Giannini, più da commissario liquidatore che da segretario nazionale, da qualche tempo sembra aver ripreso a elaborare proposte politiche ripartendo dal territorio. Se la cura Enrico Zanetti (nuovo segretario) porterà i suoi frutti lo sapremo il 5 giugno. Intanto il partito sostiene a Roma il Governo Renzi e si prepara a dare il suo contributo in vista del referendum.

 

Riccardo Scattaretico, segretario regionale di Scelta Civica e membro della direzione nazionale del partito, è anche coordinatore regionale del comitato per il sì al referendum confermativo. Non poteva mancare alla cena di fundraising di venerdì in occasione della quale Piazza dell’Università ha visto sfilare una nutrita rappresentativa di assi della politica locale e non solo. 

«Diciamo anzitutto che questo è un comitato che nasce dai cittadini e non dalle forze politiche. I politici che partecipano al comitato lo fanno in qualità di sponsor istituzionali e non come attori del comitato in senso attivo del termine. Dal mondo della politica, Enrico zanetti, viceministro dell’economia, Alessandra Moretti, capogruppo PD in Consiglio Regionale e il sottosegretario Pier Paolo Baretta, sono i principali sponsor sul nostro territorio, a cui si stanno aggiungendo una quantità discreta di sindaci non esclusivamente del PD ma anche civici».

 

Scelta Civica sta vivendo una fase nuova, con la promozione di un nuovo movimento. Parliamo delle imminenti elezioni. Zanetti ha dichiarato che vi presenterete in più di ottanta dei circa centoventi comuni al voto sopra i 15000 abitanti.

«Ci presenteremo con il movimento Cittadini per l’Italia, che è stato battezzato un paio di mesi fa e con il quale saremo presenti a Montebelluna a sostegno di Tiziana Favero e in molti comuni del Veneto, in particolare quelli maggiori. Nella Marca abbiamo un rapporto privilegiato con il consigliere regionale di Veneto Civico ed ex sindaco di Oderzo, Pietro dalla Libera. Lì, per le imminenti amministrative, pur non avendo una lista di nostra diretta emanazione sosteniamo la Damo in forza di una consolidata intesa con il movimento civico locale».

 

Chi si occupa di gestire i rapporti con le forze politiche e il dialogo con la base? Esiste una struttura partito? Ho in mente la forma partito tradizionale che presidia il territorio…

«Noi abbiamo una struttura leggera, nel senso che abbiamo una struttura regionale e dei punti di riferimento provinciali utili ad aggregare le realtà civiche già presenti. Il concetto di Cittadini per l’Italia è proprio quello di aggregare. Questo ci porta a confrontarci anche con realtà analoghe. Un’area sicuramente a noi contigua e con cui ci siamo confrontati già in occasione delle elezioni europee e delle amministrative a Vittorio Veneto è quella che fa riferimento alle aggregazioni civiche legate a Marco Zabotti. La nostra aspirazione è quella di rappresentare, aggregando dal basso, quel centro moderato e popolare che in questo momento manca di adeguata rappresentanza a livello nazionale».

 

Restiamo su questo tema: È notizia di questa settimana la registrazione del nuovo simbolo degli alfaniani (già lanciato per le amministrative) e del nome “Unione dei Popolari”: è evidente il tentativo di smarcarsi anche nei termini dal centro-destra per approdare a una proposta nuova. Al netto delle frizioni generate da diverse scelte di campo avvenute in passato, NCD è alleata del centro-sinistra in moltissime realtà fra cui spicca Napoli (anche se in altre, dove è ritenuto prematuro, predilige ancora il centrodestra, vedi Milano) e i suoi esponenti dichiarano di mirare alla costituzione di una forza liberalpopolare. Si guarderà anche a loro in un’ottica aggregativa, se, come voi, si stabilizzeranno su posizioni filorenziane anche sui territori pur non confluendo nel PD?

«Io credo che in questo momento in Italia vi siano diverse anime di quest’area liberalpopolare che sono sparse e che stanno cercando una sintesi. In Renzi certamente hanno trovato un interlocutore, tanto che il governo ne vede una presenza abbastanza importante. Io credo che domani, in vista delle elezioni politiche, con una legge elettorale come l’Italicum, una aggregazione di queste forze si verificherà».

 

Proprio in vista delle elezioni con l’Italicum, tuttavia, non potrete che guardare al PD per una lista comune: le coalizioni su cui si ragiona per regionali e amministrative non sono più previste con la nuova legge che entrerà in vigore per le politiche…

«Noi guardiamo a noi stessi prima di tutto e alle forze che in questo momento proprio come identità liberaldemocratica sono molto più vicine a noi. Dopodiché è evidente che in questo momento non ci sono alternative, perché il centro-destra italiano ha preso una deriva lepenista che non è conciliabile con la cultura politica italiana, né liberale né popolare».

 


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Davide Bellacicco

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