Falco pellegrino ferito durante la migrazione
L’uccello, salvato da un cacciatore, è ora ricoverato per le cure del caso
| Emanuela Da Ros |
CAPPELLA MAGGIORE - Anche se stava lì, sul campo da calcio, non avrebbe potuto giocare nessuna partita. Nemmeno quella per la sopravvivenza. Un giovane maschio di falco pellegrino, ferito a un’ala, qualche giorno fa è stato notato, immobile e rantolante, sul campetto da calcio di Cappella Maggiore. Dopo inutili telefonate ai numeri d’emergenza (compreso il numero unico nazionale per le emergenze veterinarie sanitarie che, aperto nel 2013, è stato chiuso lo scorso febbraio), coloro che hanno individuato il volatile hanno pensato bene di ricorrere all’aiuto di chi la fauna la conosce meglio di tutti: un cacciatore.
Gino Sommariva, cacciatore “per amore” della natura, è quindi intervenuto, ha soccorso il volatile e l’ha consegnato a Dario Bissoni, membro della polizia provinciale. Quest’ultimo ha ricoverato l’animale presso il Centro recupero fauna selvatica, che si trova presso le Case Piavon di Treviso.
Una storia a lieto fine?
“Diciamo di sì - ammette Sommariva -. Il falco, senza i soccorsi del caso, sarebbe andato incontro a morte certa, anche perché aveva già una brutta infezione in atto”.
E’ frequente la presenza di falchi pellegrini nella nostra zona?
In autunno e in primavera è possibile che il nostro cielo sia sorvolato anche da falconidi, che stanno in cima alla cosiddetta piramide trofica, perché sono dei predatori: si nutrono cioè di animali per lo più selvatici. In questa stagione i falconidi lasciano le montagne per andare a svernare in luoghi più temperati.
Il giovane falco stava andando in Africa? E’ possibile, ma è difficile stabilire quale sia la meta dei migratori. Oltre ai falconidi, migrano i turdidi, che come i frigidi si nutrono anche di bacche e hanno quindi una dieta onnivora. A volte però questi uccelli non hanno addosso abbastanza grasso (che per loro è una riserva di energia) per affrontare lunghe trasvolate. E’ stato dimostrato che alcuni turdidi, i tordi per esempio, che erano stati monitorati attraverso dei radiocollari, non avendo abbastanza forze per raggiungere la Tunisia o altri paesi del nord Africa si sono fermati a svernare nel sud Italia.
Diamo la notizia del salvataggio del falco pellegrino, perché a volte gli animali o gli uccelli che da sempre migrano per la sopravvivenza, suscitano più simpatia e rispetto di uomini costretti a migrare per lo stesso motivo.
Sì, il paradosso c’è. E, se vuoi, è apparentemente paradossale anche se molto frequente, che sia un cacciatore a salvare un volatile o un animale selvatico ferito. Comunquesia credo che dobbiamo rispetto all’uomo, alla natura e a tutti i suoi figli. Come afferma Milly Galate “dovremmo avere il dovere morale di dare agli animali la dignità che l’uomo ha rubato”. E, aggiungo, dovremmo avere il dovere morale di aiutare chiunque ha bisogno: è il gesto più bello che possiamo compiere. E’ autogratificante, perché la generosità è il dono più bello.