Cure sbagliate, mediazione al via
Pensionata di Mogliano attende il risarcimento da sei anni
MOGLIANO - La frattura dell’omero dopo un incidente domestico, la corsa al Ca’ Foncello, l’inevitabile ingessatura del braccio. E poi, mesi di dolori e di nuove visite a Gorizia e a Ravenna, per scoprire che nell’ospedale trevigiano le “cure” non erano state adeguate. Sono passati cinque anni da quel giorno e l’odissea di T.T., pensionata di Mogliano ora 78enne, non è ancora terminata.
La donna, infatti, dal 2011 invoca un risarcimento nei confronti dell’Ulss 9 che però non ha ancora sborsato un euro pur avendo elaborato una proposta nel 2014 (circa 5mila euro di risarcimento) alla quale non è mai stato dato seguito. Ora la pensionata di Mogliano, assistita dall’ufficio legale dell’Adico, ha deciso di avviare una mediazione con l’azienda sanitaria per ottenere finalmente l’agognato risarcimento.
La disavventura prende forma il 24 gennaio 2010. T.T. torna a casa dopo aver pranzato dalla figlia. Apre il garage, entra e inciampa su un gradino, andando a sbattere con la spalla contro un bancale. Il dolore è fortissimo e così si fa accompagnare di corsa al Ca’ Foncello di Treviso. Qui, dopo aver effettuato la radiografia, si riscontra una “frattura angolata del collo omerale sinistro e del trochide”. La donna viene dunque ingessata e rimandata a casa.
Nei giorni successivi e per vari mesi la pensionata prova un dolore fortissimo, non riesce neppure a dormire. E comincia a farsi visitare in altre strutture sanitarie, nelle quali si sentenzia che “non è stata adoperata la necessaria diligenza che il caso di specie richiedeva al momento del primo ricovero e medicazione”, provocando fortissimi dolori a T.T. e un continuo peggioramento della situazione.
Nel 2011 la 78enne di Mogliano chiede l’assistenza dell’ufficio legale dell’Adico che contatta l’Ulss 9. Il tentativo di trovare un accordo continua senza sosta nel corso degli anni e nel 2014 l’azienda sanitaria, tramite la propria assicurazione, propone un risarcimento di circa 5 mila euro. “Il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – non ha accolto la richiesta o, meglio, l’ha accolta considerandola solo un acconto, viste le spese, la sofferenza, i grandi disagi affrontati dalla nostra assistita. Dopo aver ricevuto la proposta transattiva dall’Ulss 9, ci siamo riservati di inviare all’azienda sanitaria tutte le perizie mediche raccolte negli anni”.
Dopo quell’ offerta, però, “non si è fatto più sentire nessuno. Un comportamento che ci ha lasciati basiti perché incomprensibile, soprattutto da parte di una azienda sanitaria che dovrebbe essere in prima fila nella tutela del cittadini pazienti”.
Ora Adico ha attivato la procedura di mediazione con l’azienda, per vedere se, dopo oltre cinque anni di travagli, la 78enne di Mogliano possa finalmente ottenere giustizia.