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07 novembre 2024

Cronaca

Amatrice, la denuncia: "Casette ferme a Livorno per burocrazia"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Amatrice, la denuncia:

Una donazione stimata la più grande mai fatta ai terremotati di Amatrice: casette componibili e con aria condizionata capaci di accogliere 400 persone circa, un dono del valore di 1 milione di euro, rimasto fermo all'idroscalo di Livorno per questioni burocratiche. Tanto che la grande azienda livornese, Ciano International, che aveva messo a disposizione la struttura sta per inviarla all'estero.

"Una struttura mobile fantastica con aria condizionata, divisa con letti a due, quattro, sei posti, utilissima ma ferma a Livorno - racconta all'Adnkronos Maurizio Scelli, ex commissario straordinario della Croce Rossa Italiana - ed il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi già a gennaio aveva colto l'opportunità per utilizzarla non solo per Amatrice ma per condividerla anche con le persone colpite dal sisma dei paesi circostanti".

"Insomma, tutto era pronto, anche i tir per il trasporto messi a disposizione gratuitamente dalla Croce Rossa, che grazie ad un accordo con il ministero dell'Interno, ha una flotta confiscata ai contrabbandieri: pronti a partire, - evidenzia ancora Scelli - ma la Protezione Civile ha bloccato tutto affermando che la struttura, messa a disposizione dalla Ciano International, non era nuova, era stata usata. Erano necessari controlli e malgrado le pressione di Pirozzi per l'urgenza tutto è rimasto fermo ed ora si rischia che la struttura vada in Africa".

"Ci fu anche un sopralluogo, ma si arrivò a nessuna decisione: la burocrazia ha prevalso e prevale sull'emergenza e le necessità urgenti delle persone. Si parla ora con grande entusiasmo delle prime casette di legno assegnate - sottolinea Scelli - un appalto aggiudicato da Consip nel 2015 e nel bando si chiede di fornirle entro breve e invece c'è voluto un anno. Andava solo predisposta l'area per la struttura della Ciano International, ma la burocrazia ha vinto sull'emergenza e se si va avanti così, se ci si trincera dietro una serie di cavilli, norme e quant'altro si rallenta il sistema fino anche a bloccarlo".

"Questa sembra una vicenda kafkiana dato che la Protezione Civile dovrebbe fare di tutto per fronteggiare le emergenze, e portare aiuti - continua Scelli - mentre tutto viene bloccato da questioni burocratiche e non vengono poste in primo piano le necessità urgenti delle persone in difficoltà".

"Bisogna agire, servono azioni concrete per ridare anche speranza alle persone: non basta dire 'non vi lasceremo soli'. - conclude Scelli - Ma mi chiedo è possibile che le macerie siano ancora lì. Basta piangersi addosso: mancano risorse, mancano mezzi, strutture. Basta lamentarsi è necessario agire. E per questo credo che serva una persona, un coordinatore alla Protezione Civile che abbia la forza ed il potere di decidere ciò che serve e che si dia da fare per ottenerlo, anche sbattendo forte i pugni a Palazzo Chigi".

SINDACO DI AMATRICE - Il sindaco Pirozzi chiede l'intervento del Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio per cercare di sbloccare la situazione del villaggio per Amatrice. "Dieci giorni fa ho telefonato al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, per chiedergli di parlare di questo problema con Zingaretti anche perché qui si susseguono continue scosse di terremoto e questo villaggio potrebbe rappresentare una soluzione psicologica importante per la popolazione ma ancora non ho ricevuto nessuna risposta'' sottolinea Pirozzi all'Adnkronos.

"Da tempo - spiega - avevo dato la disponibilità di due aree provvisorie, una nel Comune di Posta e una in quello di Cittareale, che un domani diventerebbero dei punti fissi gestiti dalla Protezione Civile. La disponibilità c'è ancora. Se l'amico Scelli mi dà una mano potremmo bypassare la Regione e costruirlo noi''.

''Anche l'Ucei, l'Unione delle Comunità ebraiche italiane, ha dato la sua disponibilità a montare il villaggio per cui il meccanismo l'ho trovato. Sono pronto per riceverle. La costruzione di questo villaggio - tiene a precisare Pirozzi - sarebbe solo un punto di appoggio in caso di emergenza, un supporto psicologico molto importante per i miei concittadini ancora sotto shock per quello che è accaduto e per le continue scosse di terremoto che si susseguono ogni giorno''.

 



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