Negozi aperti di domenica? "A rischio i piccoli negozi dei nostri centri"
Confesercenti lancia l’allarme: "Così si favoriscono solo i grandi gruppi a spese delle botteghe"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Il padre lavora la domenica ed è a casa al martedì; la madre lavora nei festivi ed ha i giorni liberi di giovedì e venerdì; i figli vanno a scuola sono a casa la domenica. Le vacanze difficilmente si fanno assieme, ognuno vive con orari e tempi diversi. Un quadro familiare che rispecchia molte famiglie trevigiane, quello descritto da Sabino Frare, presidente di Confesercenti Treviso.
“Questo è l’effetto del lavoro domenicale per negozi, uffici pubblici, fabbriche, laboratori, studi professionali e di consulenza. Sembra sia divenuto indispensabile fare alla domenica quegli acquisti che la frenetica vita di tutti i giorni ci impedirebbe di fare nei giorni feriali o al sabato. Ma è proprio così?”.
Mentre in questi giorni si discute sulle aperture no stop durante le feste di Natale, anche nella Marca si è riacceso il dibattito. “Oggi i negozi chiudono anche alle 22 o non chiudono affatto - fa notare Frare sostenendo che la scusa di preferire la domenica non avendo tempo durante la settimana, non regge. - La vera differenza sta che alla domenica anziché andare in pochi minuti nel negozio sotto casa o dei centri storici si è disposti a fare una mezz’oretta di strada per recarsi nei centri commerciali, cosa che sarebbe meno agevole nei compressi orari infrasettimanali”.
“Risultato durante la settimana i negozi sono deserti, aumentano i consumi ma solo nelle grandi strutture, chiudono i negozi di prossimità che non trovano una clientela sufficiente per sopravvivere”. Il cambio di abitudini infatti, sta mettendo a dura prova anche gli stessi esercizi commerciali, specialmente i piccoli che non trovano una clientela sufficiente per rimanere sul mercato. “Il costo di questa liberalizzazione selvaggia lo pagano i piccoli negozi. Vale la pena? In gioco ci sono gli equilibri, in questo caso non solo commerciali - sottolinea la Confesercenti Treviso- ma di vita sociale, che spingono a favore dei profitti dei grandi gruppi a spese di molte piccole imprese diffuse sul territorio e che garantiscono servizi e vita nei centri grandi e piccoli”.
Secondo l’associazione è necessario seguire una “distribuzione equilibrata, dove coesistano poche grandi strutture e molti piccoli negozi, dove i nuovi centri commerciali non facciano morire le città e sparire le piccole attività e con esse un tessuto diffuso e capillare di relazioni economiche e sociali”. “In fondo - conclude Frare - mentre è necessario alla domenica garantire almeno in parte le emergenze è proprio necessario comprare una camicetta alla domenica?”.