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24 novembre 2024

Montebelluna

Un cavallo in palio alla lotteria della sagra:"Gli animali non sono oggetti, bloccate questa tradizione"

L'Oipa contro la sagra di Cusignana scrive al vescovo Gardin

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Un cavallo in palio alla lotteria della sagra:

GIAVERA DEL MONTELLO - Una sagra senza animali sfruttati come oggetti”. E’ questa l’appello che l’Oipa Treviso, l’organizzazione per la protezione degli animali lancia verso il comune e la parrocchia di Cusignana di Giavera del Montello, per fermare la lotteria della sagra, al via il 10 agosto, che ha in palio, come primo premio, un cavallo.

“Rinchiuso in un recinto fatiscente - raccontano gli animalisti - fatto con tubi arrugginiti, fra rumori assordati di giostre e musica ad alto volume, urla, schiamazzi, auto che sfrecciano per la strada vicina e persone che, accecandolo con i flash fotografici, continuano a tentare di toccarlo: questo è il trattamento che subisce prima di diventare il premio di chi ne indovinerà il peso e potrà poi farne ciò che vuole, anche rivenderlo, proprio come un oggetto”. Una “tradizione” diseducativa che va avanti da anni e che l’Oipa puntualmente denuncia.

Questa volta, per tentare di salvare il povero cavallo e chiedere che la sagra venga organizzata senza il coinvolgimento di nessun animale in premio, gli animalisti hanno scritto anche una lettera al vescovo Gianfranco Agostino Gardin. Non solo, l’Oipa si sta mobilitando con un mail bombing iniziato oggi tramite i canali social dell’associazione. L’obiettivo è di far arrivare al parroco, alla pro loco, al sindaco di Giavera e alla diocesi di Treviso, migliaia di mail. Tutte con una richiesta: ”bloccare quella lotteria ed evitare una volta per tutte di usare gli animali come premi”.

“Questa lotteria  costringe il cavallo a subire uno stress insopportabile a causa dell’esposizione ad un ambiente così caotico e poco consono ad un animale così sensibile – sottolinea Mara Canzian, delegata della sezione provinciale dell’Oipa di Treviso – Gli animali non sono fenomeni da baraccone, usarli nelle sagre, ridicolizzati, sfruttati e venduti come oggetti, è una manifestazione diseducativa che non mostra rispetto verso gli altri esseri viventi: per questo abbiamo indetto una protesta via mail e scritto al vescovo per chiedere di strutturare la sagra senza che nessun animale debba essere trattato in questo modo”.

 


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Isabella Loschi

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