Oderzo: i richiedenti asilo non vogliono fare il tampone, Zaia: "Sono senza parole"
Il governatore Veneto commenta il caso del centro di accoglienza opitergino: "Se vieni qua a fare il fenomeno è giusto che ti carichino in una barca e ti riportino a casa"
ODERZO - «Non ci sono parole, è deplorevole quello che sta accadendo».
Lo ha detto poco fa il presidente del Veneto Luca Zaia nella consueta conferenza stampa giornaliera per aggiornare i dati dell’emergenza sanitaria.
Il presidente è tornato sulla vicenda del centro per migranti di Oderzo, dove tra venerdì e sabato gli occupanti, 175, avevano protestato riguardo all’ipotesi di sottoporsi al tampone. Il test si è reso necessario dopo la scoperta di cinque positivi all’interno della struttura.
Zaia ha detto: «Questi signori sono degli ospiti, quando sono arrivati qui hanno dichiarato di essere rifugiati. Sono scappati dalla fame. Dobbiamo ancora capirlo se è davvero così. Magari non hanno il riconoscimento dello status di rifugiato, fanno ricorso e passano anni. Tutto a spese dei cittadini, sia il loro mantenimento che le loro spese legali».
E ancora: «Se tu vuoi essere rifugiato in Italia, accetti anche le regole del Paese in cui tu vuoi essere rifugiato. Regole che prevedono dei piani di sanità pubblica. Se vieni qua a fare il fenomeno è giusto che ti carichino in una barca e ti riportino a casa. Ma dove siamo finiti? Tutti loro devono fare il tampone.
Se mi chiedono di fare provvedimenti più incisivi, li faccio, sono a disposizione, i Prefetti lo sanno. E comunque non possono rifiutarsi di fare il test».
Questa la conferenza di oggi (si parla dell'ex caserma di Oderzo dal minuto 44)