"Oggi la crisi dice a ciascuno di noi che nessuno si salva da solo"
Adriano Bordignon è il nuovo Presidente di Ebicom, un consorzio di imprese e sindacati a favore di commercio terziario e turismo
TREVISO - E’ Adriano Bordognon (nella foto) il nuovo Presidente di Ebicom, l’ente bilaterale composto dai rappresentanti di Unascom - Unione Commercio Turismo e Servizi della provincia di Treviso Confcommercio - e dalle Organizzazioni Sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs di Treviso e Belluno. Lavora per la contrattazione tra le parti sociali nel mondo del commercio, del terziario e del turismo, gestendo strumenti e servizi per lavoratori e aziende. Il neo presidente ha quarantaquattro anni ma si strada ne ha già fatta parecchia: amministratore Unico di Centro Servizi Famiglia Impresa Sociale; consigliere di Giunta di Ascom Confcommercio Treviso; direttore del Consultorio Familiare Centro della Famiglia; consigliere nel Forum Regionale delle Famiglie. E’ stato anche, in un passato non troppo lontano, presidente del Centro Servizi Volontariato della Provincia di Treviso.
Cosa fa Ebicom in concreto?
Sono svariate le azioni messe in campo: si va dal tema del supporto per la sicurezza, a quello della formazione e dell’aggiornamento professionali. Interviene con strumenti economici che spaziano nel campo delle spese per il sostegno alla famiglia alla promozione della previdenza integrativa, a quelle per la gestione amministrativa dell'assistenza ai familiari anziani e per l'assistenza a figli con disabilità.
Sono previsti anche i sostegni al reddito per lavoratori in difficoltà o licenziati per giustificato motivo oggettivo e supporto al welfare aziendale; ma ci preoccupiamo anche di supporto alle spese di sorveglianza sanitaria in azienda e altro ancora.
Su quale fronte sarà impegnata la sua presidenza?
Le priorità verranno definite di comune accordo tra le parti sociali (imprese e sindacati). La sfida è quella di offrire servizi concreti per la vita professionale dei dipendenti e aumentare la competitività delle imprese tenendo in particolare conto la complessità socio-economica che andremo a vivere.
Quindi sarà il lavoro il punto di partenza?
Ci impegneremo per mettere in essere ulteriori politiche attive per il lavoro, strumenti di integrazione al reddito, promozione del welfare aziendale orientato anche alla famiglia e alla natalità. E poi per incrementare competitività e innovatività delle imprese, garantendo la qualità della vita dei lavoratori
Il momento non è dei migliori con la pandemia che continua a mordere.
E’ un passaggio certamente molto complicato e ci attendiamo che tali complessità aumentino ulteriormente nei prossimi mesi. Oggi, le nostre imprese, soprattutto piccole e medie, hanno l’esigenza di interpretare con resilienza le dinamiche di cambiamento cui sono costrette: per far fronte ad una crisi epocale, per intraprendere strade di sostenibilità, per seguire l’evoluzione del mercato, per mantenere la competitività. Questo scenario richiede di valorizzare e rendere protagoniste risorse umane consapevoli delle competenze richieste e disponibili ad un lavoro di aggiornamento continuo.
E ai lavoratori ci state pensando?
I lavoratori devono poter partecipare in modo generativo all’evoluzione aziendale, sentendosi in questo modo risorsa preziosa e parte di un progetto vantaggioso e gratificante per loro stessi e le loro famiglie.
Immagina di potere promuovere forme di collaborazione con altri enti e associazioni?
Oggi la crisi ci mette di fronte ad una evidenza chiara e cocente: non ci si salva da soli! Abbiamo bisogno di creare alleanze vaste, per prenderci cura dei sistemi e delle relazioni territoriali. Oggi più che mai dobbiamo avere la capacità di individuare e perseguire vie di bene comune che coinvolgano diversi attori sociali. Il nostro ruolo e la nostra partnership operativa sono ben definiti ma l’orizzonte deve essere vasto e le progettualità coraggiose.