La professoressa Adele Fava Biasi ha festeggiato i suoi 101 anni
Un traguardo importante che non sembra aver intaccato memoria, lucidità mentale e tanto meno la sua ironia
| Manoel Maronese |
ODERZO - Ha da poco spento 101 candeline la professoressa Adele Fava Biasi, nata a Oderzo il 3 settembre 1920, ricordata con stima e affetto come insegnante prima e preside poi da generazioni e generazioni di alunni del trevigiano. Non è certo cosa da tutti i giorni raggiungere un traguardo così importante, e se poi fanno da pendant non solo una vastissima cultura, ma anche un’invidiabile memoria e lucidità mentale, accompagnate ad un pizzico d’ironia, allora il pomeriggio con la signora Adele si rivela davvero un’esperienza umanamente arricchente e stimolante. Ci accoglie nel suo salotto con le figlie e la nipote e, appena sente parlare di greco e latino, le si illuminano gli occhi…
Dopo aver frequentato il collegio a Padova e il Liceo Beccaria a Milano, studia Lettere Classiche all’Università Cattolica, dove, ci tiene subito a precisare, “a differenza di altre università dovevamo svolgere anche lo scritto di greco, per il quale erano severissimi!”. La Signora Adele segue le lezioni durante la guerra, ricorda di aver dato l’esame di latino “mentre fuori suonavano le sirene di allarme per i bombardamenti”, si laurea con una tesi sui miti desunti da alcuni avvenimenti storici e poi, appena laureata, inizia a insegnare Italiano e Latino presso la scuola media di Oderzo, città in cui rimarrà fino al 1955.
La sua carriera continua in seguito con il concorso a Preside, per il quale ricorda addirittura la domanda di un commissario particolarmente severo: “Lei come farebbe per sapere se un insegnante fa il suo dovere o meno – mi chiesero. Io risposi che userei l’intelligenza, nel senso latino non solo di intus legere, ma anche di inter legere cioè di discernere tra ciò che è bene e ciò che è male. Pensavo di rimanere bocciata, invece, sola tra tutti i candidati, presi il massimo, ovvero 50/50”. A differenza di quanto avviene oggi, in qualità di Preside compilava l’orario di tutti i docenti a mano, cercando di conciliare le diverse esigenze, un po’ come il sudoku ci spiega, sua grande passione assieme ai dolci: “si tratta di un gioco ad incastro che permette di mantenere la mente elastica e attiva”.
D’altra parte il segreto di tale longevità, afferma Adele, non va ricercato soltanto nel cibo e nello stile di vita, ma anche, secondo il celebre adagio latino, nella possibilità di conciliare una mens sana in corpore sano: è necessario altresì esercitare la memoria, che deve rimanere sempre giovane ed energica, ammonisce citando, in un perfetto latino, niente poco di meno che Cicerone: memoria minuitur nisi eam exerceas (La memoria diminuisce se non la si esercita)!
di Manoel Maronese