Eitan rapito, "il nonno agli arresti domiciliari"
La misura è prevista almeno per i prossimi cinque giorni
ITALIA - Arresti domiciliari per il nonno materno di Eitan Biran, Shmuel Peleg, che sabato ha rapito il bambino portandolo in Israele. La misura, prevista almeno per i prossimi cinque giorni, è stata presa dopo l'interrogatorio di oggi della polizia. Lo riferisce il sito del Jerusalem Post, confermando che gli zii paterni, a cui il piccolo superstite della tragedia del Mottarone è stato affidato, hanno chiesto ad una tribunale di Tel Aviv che gli sia riconsegnato il bambino. "Eitan è arrivato in Israele in modo legale e dopo consultazioni con esperti di diritto", ha detto Peleg che -secondo i media locali- ha collaborato con la polizia e risposto a tutte le domande.
Secondo la difesa di Peleg, l'uomo "è stato interrogato dalla polizia israeliana, come è normale che sia, che lo ha invitato a essere a disposizione rimanendo a casa". Alla difesa, interpellata dall'Adnkronos, tecnicamente "non risulta che" il nonno "sia agli arresti domiciliari". "L'inchiesta continua" ha dichiarato la polizia israeliana nella breve dichiarazione rilasciata dopo l'interrogatorio Shmuel Peleg, in cui in effetti non viene direttamente nominato il sospetto ma si parla di un "58enne di Petah Tikva interrogato in relazione alla vicenda di un bambino di 6 anni portato in Israele dall'Italia, a seguito di una denuncia di un sospetto rapimento di minore".
"Alla fine dell'interrogatorio, il sospetto è stato rilasciato in modo condizionato", conclude la dichiarazione, riferendosi alle misure restrittive di cinque giorni, si legge sul sito di Times of Israel. "La famiglia Peleg tiene Eitan Biran come un detenuto in una prigione di Hamas" aveva detto nel pomeriggio Or Nirko, zio del piccolo Eitan. "Il fratello di Aya è andato all'ospedale di Sheba e non ha trovato Eitan", ha denunciato l'uomo in un'intervista a N12. Ieri la nonna di Eitan, Etti, in dichiarazioni alla radio israeliana 103 Fm, aveva difeso la famiglia dall'accusa di sequestro e sostenuto, come riportava il Jerusalem Post, che Eitan stesse effettuando controlli e terapie presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer. Per Or Nirko - il marito di Aya Biran, affidataria in Italia di Eitan - la vicenda che riguarda il piccolo è "un gravissimo reato penale".