BUONA DOMENICA E' giusto alzarsi in piedi quando entra il professore
Un dibattito ha infiammato i social: da una parte chi la ritiene una buona regola per insegnare agli alunni il rispetto; dall'altra chi individua tracce di "classismo"
TREVISO - Alcuni lettori hanno chiesto a “Focus junior” il motivo per il quale quando in aula entra un insegnante la classe si debba alzare in piedi. Il dibattito è rimbalzato poi sui social, facendosi serrato. Una questione solo apparentemente “formale”, perché il gesto non è solo simbolico come si sarebbe portati a credere. E invece è “sostanziale”; la questione è educativa, pedagogica. Tant’è che tre anni or sono in Inghilterra il Governo annunciò di voler estendere a tutti i gradi di scuola, dalle elementari alle superiori, la regola di alzarsi in piedi all’ingresso in aula di maestri e professori.
Ricorda Focus junior che “la notizia si diffuse un po' in tutta Europa e creò un dibattito anche in Italia, tra gli esperti del settore. Alcuni di loro vedevano nella proposta inglese una buona regola per insegnare agli alunni la disciplina e il rispetto; altri invece la consideravano una forma antiquata. Fino al dopoguerra, infatti, si usava alzarsi in piedi e togliersi il cappello al passaggio di persone di alto grado sociale, non solo a scuola, ma anche per strada, nei negozi, in ufficio. Secondo quest'ultima scuola di pensiero l'usanza di alzarsi in piedi insegnerebbe solo l'errata convinzione che l'alunno sia meno importante del professore. Il rispetto delle regole e il riconoscimento dell'autorità, invece, secondo alcuni studiosi, lo si trasmette in altre maniere, prima fra tutte il confronto alla pari tra docenti e alunni”.
Due scuole di pensiero, ma non solo di pedagogia. È sul piano inclinato della politica che si trasferisce - in buona fede magari ma inevitabilmente - chi rinviene tracce di “classismo” nel saluto all'impiedi all’insegnante (e non al bidello e al restante personale operante nella scuola); o che paventa un autoritarismo, altra cosa dalla autorevolezza da guadagnarsi sul campo. Proponendo per questo altre forme di saluto, magari meno “anacronistiche”. “Proprio due anni fa, un docente americano aveva "inventato" un saluto personalizzato per ogni studente, in base alla personalità di ognuno” - ricorda Focus junior.
Ma se “forme” nuove si possono sempre andare a scoprire (e nulla vieta nemmeno di andare a rinverdire quelle esistenti), è la “sostanza” che non dovrebbe essere persa di vista: qual è il senso di alzarsi in piedi quando un professore entra in aula? La domanda - altrimenti posta - è se la scuola continua a essere luogo di educazione al senso e alla convivenza civile. In tal caso il rispetto si insegna e si apprende anche - non soltanto, d'accordo - attraverso gesti simbolici e, come detto, forme che sono sostanza. Nella palestra che è la scuola, il riconoscimento della figura e la considerazione per il ruolo dell’insegnante si imparano oggi per praticarli anche domani con il datore di lavoro, il superiore, al primo cittadino e via elencando. Anche in democrazia.
Buona domenica